Stipendi “under 30”: la caduta dei laureati. Nel 2006 busta paga più “leggera” del 2003. Crescono invece le retribuzioni dei diplomati soprattutto quelle dei tecnici-professionali (+5,9 per cento).
In quattro anni il “premio” rispetto ai coetanei diplomati è diminuito di quasi un quarto. Si riduce il gap retributivo a sfavore delle ragazze. I risultati dell’indagine OD&M per Miojob sulle retribuzioni dei giovani dal 2003 a oggi.
La storia degli stipendi dei laureati italiani è la cronaca di un tesoro esiguo che di anno in anno si va estinguendo fino a quasi esaurirsi. Una storia, per ora, senza lieto fine. Se è vero che i laureati guadagnano ancora qualche euro in più dei diplomati, non si può dire che le cose rimarranno così a lungo visto che le differenze si vanno assottigliando sempre di più. Tanto più che ora i loro coetanei diplomati, che hanno avuto sempre una paga più bassa, cominciano a rimontare diversi punti percentuali e pare quasi che per le imprese laureati o diplomati pari sono. Tanto che non sono pochi i laureati che a un colloquio di lavoro hanno smesso di raccontare la verità sul percorso di studi. Meglio non dire della laurea. Le aziende quasi si spaventano.
Ma veniamo ai dati. Nel 2003 un laureato con un’età compresa tra 24 e 30 anni occupato in un’attività impiegatizia si portava a casa uno stipendio lordo annuo pari a 22.936 euro. Nel 2006 lo stipendio supera di poco i 24 mila euro. Se si tiene conto del costo della vita, vuol dire che quel laureato oggi guadagna meno (-1 per cento) di quattro anni fa. Meglio è andata invece ai diplomati professionali che sono passati da poco più di 19 mila euro a 21.817 euro, ovvero il 5,9 per cento in più al netto del costo della vita.
In quattro anni le diverse dinamiche delle retribuzioni hanno messo in moto una specie di sommovimento tellurico con i laureati che arretrano e i diplomati che avanzano. Nel 2003 il laureato guadagnava 2.500 euro in più di un diplomato di medie superiori e circa 3.543 euro in più di un diplomato tecnico-professionale. In quattro anni il “premio” rispetto ai suoi coetanei diplomati è diminuito quasi di un quarto ed è divenuto rispettivamente di 1.815 euro e di 2.362 euro. E i laureati “semplici” perdono anche se messi a confronto con chi ha conseguito un master.
I dati sono quelli del rapporto di OD&M sulle retribuzioni dei giovani realizzato per Miojob. Nei dati messi a punto dall’ azienda di consulenza nei sistemi incentivanti e delle politiche retributive delle risorse umane, la rimonta diventa ancora più esplicita se si pensa che nel 2003 lo stipendio del diplomato era l’89,1 per cento del laureato mentre nel 2006 è divenuto il 92,5 per cento. La paga del diplomato professionale è passata dall’84,7 per cento del 2003 al 90,2 per cento del 2006.
“Il differenziale di crescita a favore dei diplomati – dice Mario Vavassori, presidente di OD&M – si spiega con il fatto che i laureati scontano sempre di più il processo di apprendimento attraverso il quale devono passare quando entrano nelle imprese. Hanno studiato di più, questo è vero, ma quando entrano in azienda si trovano coinvolti in un iter per capire come funziona l’azienda che può durare anche a lungo. Così finisce che l’azienda tende a riconoscere di più al diplomato perché è già produttivo e in qualche modo ha scontato con uno stipendio inferiore il suo ingresso sul mercato del lavoro.” Ma non solo. A incidere è anche il fatto che il sistema produttivo italiano dominato dalle piccole e medie imprese pare assetato soprattutto di diplomati e dei laureati quasi non sa cosa farsene.
Se si guarda ai più giovani, ovvero agli “under 24” le cose vanno un poco meglio. I laureati giovanissimi hanno visto crescere lo stipendio in termini reali quasi del 4 per cento. Ma sempre meglio è andata ai ragazzi e alle ragazze uscite dagli istituti professionali che dal 2003 a oggi hanno visto crescere la paga del 21 per cento.
Quanto alle differenze di genere, tra gli “under 30” si riduce il gap salariale. Se nel 2003 le ragazze con un’età compresa tra 24 e 30 anni guadagnavano l’88 per cento di quello che prendevano i loro colleghi maschi, nel 2006 la percentuale è salita al 92 per cento. In altri termini le retribuzioni delle “under 30” sono cresciute in termini reali del 5 per cento mentre quelle dei loro coetanei sono rimaste pressoché bloccate.
Nel dettaglio territoriale si scopre che al Sud le retribuzioni dei giovani con un’età tra 24 e 30 anni sono cresciute del 7,8 per cento mentre al Centro si è fermata al 2,8 per cento e al Nord Ovest.
In termini di settori, le imprese che pagano meglio i giovani sono quelle che operano nel credito e nell’assicurativo. Qui la paga nel 2006 tocca i 24.809 euro lordi l’anno. Ma le imprese dove le retribuzioni hanno mostrato una maggiore dinamica negli ultimi anni sono quelle attive nella comunicazione, spettacolo e sport.
Fonte: La Repubblica, 30 maggio 2007 – www.repubblica.it