Testimonianza arrivataci via email sul sistema di reclutamento dei venditori dell’aspirapolvere Kirby. Fate attenzione!
IL KIRBY E LA PRIMA RACCOMANDAZIONE DELLA MIA VITA
L’altro giorno l’amica di un’amica le fa sapere che un imprenditore amico del marito, amministratore delegato di una primaria azienda italiana, deve “mettere insieme lo staff per una nuova filiale italiana di una multinazionale americana”. Cercano personale e in breve tempo. Sarebbe la prima raccomandazione della mia vita, a quasi dieci anni di distanza da una laurea a pieni voti e mai usata. La mia prima raccomandazione, finalmente! Era ora! Diventerò una manager, avrò il mio ufficio, farò tutto perfettamente, fa che vada tutto bene con il colloqui e mi prendano, lavorerò dalle 7 di mattina alle 9 di sera giuro che lo farò, non avrò neanche un giorno di malattia e farò pause pranzo da tre minuti. Se avrò finalmente un lavoro, sarò il migliore acquisto dell’azienda!
Quindi molto sicura e con in mente un solo pensiero (“adesso passo davanti a tutti invece di essere sempre quella scavalcata!“) telefono al numero che mi hanno dato, con scritto sotto “dire che ha avuto il numero dal sig. Amministratoredelegato”. Non so che tipo di professionisti cerchino di preciso. Mi è stato riferito dal latore della raccomandazione: “tutte le qualifiche, devono aprire una nuova filiale italiana quindi cercano dai livelli più bassi ai dirigenti. In base a come va il colloquio, al titolo di studio ecc. ti faranno un’offerta… insomma, non so altro… prova“. Bene, allora mi siedo tranquilla, nome del bene in mente e compongo emozionata il numero.
Mi risponde una signorina con voce annoiata, le dico chi sono e perché telefono. Voceannoiata mi risponde che si stanno svolgendo dei colloqui proprio in quei giorni e se voglio partecipare mi fissa subito un appuntamento. Come ho saputo di loro? A questo punto tiro fuori il mio asso nella manica “Il sig. Amministratoredelegato mi ha fatto avere il numero, è un amico di famiglia“.
Pausa a effetto. Calco molto su “amico di famiglia“. Rimane un attimo zitta. Fantastico, deve aver fatto impressione! “Si… ehm… bene… senta, vuole venire già questo pomeriggio, diciamo alle 16?”. Sgrano gli occhi. Mi vogliono assumere! Vogliono che vada lì tra quattro ore! Quindi è così che funzionano le raccomandazioni, ma che meraviglia! Mi piacciono sempre di più! Mi sto già abituando! Come vorrei averne accettate prima!
Però sovviene un altro pensiero: non ho nessun tailleur pronto. Ovvero, ne ho solo due, entrambi da sistemare. I capelli sono un disastro, sembro la Pina di Fantozzi. Che figura gli faccio fare al sig. Amministratoredelegato a presentarmi così?!
Chiedo quindi se è possibile fare per il giorno dopo almeno, questo pomeriggio “Sono impegnata con una consulenza e non riesco proprio a liberarmi con un preavviso così breve“. Voglio che sappiano che li trovo fichissimi, fantastici, che se fosse per me andrei lì in questo stesso istante ma ho un cliente e la parola per me è sacra, non darei mai buca a un cliente. Mi auguro che nel messaggio passino tutte queste bellissime cose sulla mia figura di professionista.
Vocesquillante non si scompone: “Domani alle 15 può andarle bene?“. Sì certo!
In un pomeriggio riporto in vita uno dei due navigati tailleur da colloquio e già pregusto il momento in cui dopo aver firmato il contratto andrò a rifarmi tutto il guardaroba in stile sono-una-manager-trentenne-e-leggo-marieclaire. Sistemo le scarpe, perdo due ore ad acconciare i capelli (spesa o parrucchiere, vince sempre la prima ormai) e prima di andare a letto mi faccio una maschera di bellezza. Mi ero conservata dei campioncini omaggio per le grandi occasioni. Tengo anche la bustina, siccome tra poco potrò entrare in una profumeria con passo sicuro e carta di credito piena, vorrei comprare proprio questa crema del campioncino.
Mi sento la protagonista di “Una donna in carriera” con Melanie Griffith. Il giorno dopo sono già pronta. Passo la mattina a rivedere, correggere, cambiare font e numero di pagine al mio curriculum. 10 anni di lavoro precario danno anche la noia di un curriculum oltremodo lungo. Mi invento frasi intelligenti e interessanti per tutte le domande che riesco a ipotizzare.
Alle 14 mi avvio verso il colloquio, facendo attenzione estrema che la cintura di sicurezza non mi stropicci la camicia proprio sul davanti.
L’ufficio è in un palazzo anonimo, neanche in centro. Ma stanno ancora facendo i colloqui, mi dico, gli uffici saranno poi sicuramente in un centro direzionale. Siccome mi hanno chiesto preventivamente se sono automunita, immagino sarà qualche gigantesco centro direzionale a Assago o Segrate… o magari le Torri Bianche di Vimercate. Non importa, vado ovunque mi porti la raccomandazione, vado anche all’Asinara se necessario, a nuoto, ma datemi un posto, uno stipendio fisso e toglietemi dalla testa il jingle “Come pagherò l’affitto?”. Non mi servono nemmeno la tredicesima, la quattordicesima e i ticket restaurant.
Sarò la vostra schiava devota per un versamento ogni 27 del mese.
L’ufficio si rivela essere al terzo piano senza ascensore del palazzo anonimo. Arrivo agghindata e curriculum in mano, suono, mi apre un ventenne in completo e cravatta da consulente globale e con vigorosa stretta di mano si presenta. Sfodero il miglior sorriso e mi presento a mia volta, sperando che la segretaria abbia evidenziato di fianco al mio nome che io sono l’amica di famiglia del sig. Amministratoredelegato. Amica di famiglia del sig. Amministratoredelegato, cerco di trasmetterglielo anche telepaticamente. Ma tanto lo farò saltar fuori casualmente anche durante il colloquio, quindi non mi preoccupo troppo se la telepatia in questo momento non produce risultati.
Mi introduce in una specie di classe, piena di sedie con tavolino ribaltabile, dove altre persone vestite in jeans da mercato e snickers tarocche stanno compilando quello che sembra un questionario. Mi fa accomodare e mi porge una cartelletta con lo stesso questionario pinzato, non prima di avermi detto “Ah, lei ha portato il curriculum! benissimo, benissimo, dopo lo vediamo!“.
Una rabbia furiosa comincia a salirmi dai mignoli dei piedi perché ho già capito cos’è questa messinscena, si tratta solo di capire qual’è il prodotto e … eccolo lì, in alto a destra del questionario: Kirby. Aspirapolvere. Io lo so cos’è il Kirby. Una struttura di vendita piramidale, un aspirapolvere da vendere porta a porta. E questo è un colloquio per venditori porta a porta. O meglio, è l’operazione con cui ti convinceranno a comprare un aspirapolvere da 2400 euro e andare in giro a cercare di piazzarlo a gente più ignorante di te che sei cascato in una struttura di vendita piramidale. Se ci pensi bene, è un’operazione quasi impossibile.
Ho una recondita speranza: che le voci siano sbagliate, che qui cerchino al limite degli impiegati per la multinazionale che produce l’aspirapolvere.. quindi chiedo direttamente prima di compilare: “Mi scusi, ma questo è un colloquio per venditori porta a porta di aspirapolvere?”
Consulenteglobale mi guarda fulminandomi, l’attenzione della sala è tutta per me.
“Perché, che cosa glielo fa pensare?”
“Ho visto il logo Kirby qui in alto a destra”
Consulenteglobale raccoglie tutti i neuroni di cui dispone e con un sorriso smagliante “Mi scusi, ma lei conosce Kirby e me lo chiama “aspirapolvere” ?????“.
Questo lo ammetto, mi spiazza per un attimo. Come lo dovrei chiamare? Frullatore? Robot da cucina? Lavasciuga? Eppure mi pare di ricordare che fosse un aspirapolvere … Ma Consulenteglobale rincara la dose ammiccando agli altri della sala… “E soprattutto, conosce la Kirby e mi parla di “venditori porta a porta” ?????”
Gli altri si chiedono se io sia una povera deficiente. Come posso parlare di venditori porta a porta?! Loro non farebbero mai una figura del genere davanti a Consulenteglobale!
Decido che è durata anche troppo, prima di mettere le mani al collo di Consulenteglobale è meglio che trovi il modo di uscirne “Guardi, non si offenda, non era mia intenzione. Conosco la ditta, è serissima, ma non è proprio il mio lavoro, io faccio tutt’altro, ci siamo proprio capiti male. Arrivederci.“.
Consulenteglobale tira quasi un sospiro di sollievo, ha temuto per tutti i due minuti che dicessi “truffa piramidale”. Mi alzo, ci stringiamo la mano e mi accompagna all’uscita.
Sto quasi per piangere.
Tornata a casa, telefono all’amica e le racconto, chiedendo per quale diavolo di motivo voleva raccomandarmi per fare il venditore porta a porta di aspirapolveri. A questi lavori accedo da sola, prendono persino le casalinge con la terza media, non ho bisogno la raccomandazione del sig. Amministratoredelegato marito della sua amica. Ma soprattutto, mi hanno presa per una pezzente lei e la sua amica?!?! Pensano che io non trovi lavoro perché sono demente o non qualificata?!?! Pensano che la vita sia per tutti come la loro, mogli di Amministratoridelegati che non hanno mai fatto un colloquio che sia uno?!?!
Sono furiosa, lei non ne sa niente, solo quello che ha riferito a me e pensava fosse una raccomandazione per un posto vero… pensava di avermi dato chissà che occasione.
Giorni dopo si viene a sapere che semplicemente, un venditore Kirby ha telefonato alla signora moglie del sig. Amministratoredelegato per andare a presentarle l’aspirapolvere e, come fanno sempre, ha chiesto se conosceva gente che cercava lavoro o che era interessata a comprare l’aspirapolvere da 2400 euro scontati. Lista dei nomi, solito metodo del piramidale: se mi fornisci i nomi di qualche altra persona interessata al lavoro o all’aspirapolvere il prezzo scende da 3000 a 2400. Internet è piena di gente che ci è passata e l’ha denunciato. Ma lei pensando di essere l’unica destinataria al mondo della telefonata e che la contattassero per chiara fama, perchè è la moglie del sig.Amministratoredelegato, ha pensato bene di buttare anche quest’osso alla poveraccia disoccupata: dì che ti manda il sig. Amministratoredelegato, amico di famiglia.
Io da grande voglio fare la moglie del sig. Amministratoredelegato, se vedete qualche annuncio avvisatemi, grazie. Non vedo l’ora di divertirmi alle spalle dei disoccupati dall’alto della mia vita priva di colloqui e piena di soddisfazioni.