Quanto consuma la nostra casa? È una domanda che molto presto dovremo abituarci a fare e alla quale dovremo saper dare una risposta. Dal 2005, infatti, è obbligatoria la certificazione energetica per gli edifici, ovvero un documento dal quale si possa capire come è stata realizzata la costruzione dal punto di vista dell’isolamento o della coibentazione e, quindi, in che modo il fabbricato possa contribuire a un risparmio energetico. Anche se la legge (la 192/2005) è già stata varata da un paio di anni, si stanno ancora aspettando i decreti che la rendano effettivamente applicabile. E saranno proprio questi decreti a delineare una nuova figura professionale incaricata di stabilire il consumo degli edifici: il certificatore energetico. Per ora il documento è sostituito da un attestato di qualificazione preparato dal progettista o dal direttore dei lavori, ma ben presto bisognerà ricorrere a un certificatore riconosciuto e iscritto a un registro regionale.
Un nuovo sbocco professionale, quindi, nel settore dell’ambiente? “Sicuramente sì – spiega Norbert Lantschner, direttore dell’agenzia Casaclima di Bolzano -. Nella nostra provincia autonoma la legge è già in atto a tutti gli effetti, ed esiste già la figura del certificatore energetico anche se non è ancora riconosciuta a livello nazionale. Il modello che abbiamo adottato noi, ispirandoci ai Paesi del nord Europa, potrebbe servire anche per le altre Regioni, non appena arriveranno le linee applicative della legge”. Casaclima è infatti un’agenzia pubblica (legata alla Provincia di Bolzano) che, tra le altre cose, si occupa proprio della certificazione del consumo degli edifici e, in particolare, di verificare e attestare le capacità professionali dei certificatori energetici.
Il certificatore energetico può essere un architetto, un ingegnere, un geometra, un perito o anche un agronomo o un chimico (secondo il protocollo seguito dalla Regione Liguria), che abbia però una formazione specifica nel settore dell’energia. Agenzie, centri, ordini professionali cominciano a offrire corsi ad hoc, sia di base che di specializzazione (la certificazione, infatti, non è semplice: bisogna considerare fattori come la tipologia delle murature, le finestre, fare calcoli per determinare sia la perdita che il consumo di energia nella casa o nell’edificio). “Per noi lavorano già delle figure specializzate, che affiancano i tecnici certificatori – prosegue Lantschner -. Per garantire all’utente la qualità delle certificazioni, infatti, noi ci poniamo come ente terzo che va a verificare lo stato dell’edificio”. Un mercato vasto, dunque, che si aprirà nei prossimi mesi, quando tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno avere un certificato: “E’ senza dubbio un settore che vivrà una grande espansione – conferma Stefano Bertoglio, ingegnere ambientale, libero professionista che in previsione dei decreti applicativi della Legge 192 sta seguendo un corso come certificatore energetico -. La certificazione infatti è obbligatoria: per ogni nuova costruzione è necessario l’attestato di qualificazione energetica. Così come per le case da restaurare, se l’intervento comprende anche le pareti esterne, e gradualmente anche per tutti gli edifici in vendita, compresi i singoli appartamenti: diventerà un diritto dell’acquirente, infatti, sapere quanto consuma la casa che compera.
E sul fatto che si aprirà un nuovo mercato, è d’accordo anche Roberto Scozzin, vicepresidente della neonata Associazione certificatori energetici. Con qualche preoccupazione, però: “Il problema – dice Scozzin – è che i certificatori devono rimanere autonomi, terzi, esterni al processo di costruzione degli edifici, per dirla in parole semplici. Altrimenti la qualità, finalizzata chiaramente al risparmio energetico, si perde. Questo è l’impegno che porteremo avanti come Associazione perché il risparmio energetico rimanga sempre la priorità, fuori da interessi di mercato”.
Da La Repubblica, 21 giugno 2007