Con la scadenza del 30 giugno 2007 non si sono esauriti i dubbi di chi lavora sulla gestione del TFR. Hanno fatto la loro scelta i dipendenti già assunti a quella data, ma non le nuove leve che ora si troveranno davanti a questa scelta al momento dell’assunzione. Ecco una breve guida per arrivarci preparati.
1)Come si calcola il Tfr?
Il Tfr si ottiene sommando l’ammontare di ciascuna retribuzione lorda annua, diviso 13,5, e rivalutato di un tasso fisso dell’1,5% + il 75% del tasso di inflazione per ciascun anno lavorato.
2)Cosa cambia l’accordo tra le parti sociali sul Tfr rispetto alla riforma Maroni?
L’accordo anticipa di un anno, al 1 gennaio 2007, l’entrata in vigore del Decreto legislativo 5 dicembre 2005, n.252, per quanto attiene al trasferimento del denaro ora destinato al trattamento di fine rapporto ai fini della previdenza complementare. Il memorandum d’intesa stabilisce una differenza per il regime del Tfr tra aziende sotto i 50 dipendenti e aziende con 50 o più dipendenti. Per le aziende con 50 o più dipendenti il Tfr che non andrà ai fondi pensione passerà ad un fondo istituito presso l’Inps. Secondo l’ultimo accordo il Governo si impegna a riesaminare nel 2008 la soglia dei 50 dipendenti.
3)Si parla di Tfr maturato o maturando?
L’accordo riguarda il Tfr maturando. Non riguarda il Tfr accantonato sino ad ora che rimarrà a disposizione di aziende e lavoratori. Restano salvi gli accordi presi da chi ha già destinato il Tfr ad una forma di previdenza integrativa, scelta possibile in percentuale variabile tra il 20% e il 100% per tutti i lavoratori a seconda della data di assunzione.
4)Quali e quante sono le soluzioni possibili per i lavoratori circa il Tfr?
Le soluzioni possibili sono 4: lasciare il Tfr in azienda con la possibilità di cambiare idea più tardi; investirlo in un fondo integrativo di categoria (nato dalla contrattazione tra sindacato e imprese); investirlo in un fondo collettivo aperto (promosso da banche o altri soggetti finanziari); investirlo in un pip o piano pensionistico individuale (gestito da banche o assicurazioni).
5)Quanto tempo c’è per decidere?
Sei mesi, dal 1 gennaio 2007 al 30 giugno 2007, per chi è in attività. Per tutti coloro che saranno assunti nel corso del 2007 i sei mesi di tempi decorrono dall’assunzione.
6)In cosa consiste il principio del silenzio-assenso?
Se il lavoratore non decide cosa fare nel corso dei sei mesi che decorrono dal primo gennaio 2007, la quota finora destinata al Tfr andrà, al 100%, in via prioritaria ad un fondo di pensione negoziale o di categoria. Nel caso l’azienda abbia aderito a più fondi, il Tfr viene trasferito in quello individuato d’intesa con i sindacati. In caso di mancato accordo, e in assenza di una forma pensionistica complementare collettiva, l’azienda trasferisce il Tfr maturando al fondo residuale che sarà istituito presso l’Inps.
7)Cosa succede ai lavoratori delle imprese con meno di 50 dipendenti?
Potranno decidere di versare ad un fondo pensione il Tfr maturando. In caso contrario, o di silenzio-assenso, la quota resterà in azienda a costituire la liquidazione vera e propria. Le aziende con meno di 50 dipendenti, quindi, dovranno rinunciare solo alle quote che i propri dipendenti decideranno di versare ai fondi, non verseranno quote all’Inps.
8)Sarà possibile avere anticipi sul Tfr?
Sarà possibile chiedere l’anticipazione di quanto versato presso l’Inps secondo le regole finora in vigore per il Tfr e definite dall’articolo 2120 del Codice Civile.
9)A chi si deve rivolgere il lavoratore per avere un consiglio?
In attesa che il legislatore chiarisca chi sarà delegato ad occuparsi della massiccia campagna informativa prevista, i lavoratori faranno bene a rivolgersi alle proprie rappresentanze sindacali.
Fonte: La Repubblica