Ancora tre giorni per predisporre tutta documentazione utile, per le aziende che intenderanno «denunciare» il proprio sommerso, e regolarizzare eventuali atti derivanti da ispezioni e beneficiare delle «agevolazioni», soprattutto in materia di sanzioni, previste dalla regolarizzazione che scadrà il prossimo 1º ottobre. Ma quella di lunedì prossimo sarà solamente la prima di una scadenza destinata a essere «riaperta» nel corso del prossimo anno. Lo conferma Paolo Pennesi, vicedirettore del Servizio ispettivo del ministero del lavoro, che ha praticamente escluso la possibilità di una proroga dei termini. Lo stesso ministero ha invece richiesto al governo che la procedura di emersione venga riproposta nella Finanziaria del prossimo anno.
Insomma una appuntamento , quello di fine mese, che interesserà soprattutto le aziende che hanno subito un ispezione in cui sono emersi lavoratori irregolari.
Aziende che per partecipare al “condono” non dovranno aver compiuto alcun atto regolativo prima di presentare l’istanza di emersione, pena la revoca della procedura stessa. Ed anche su questo lo stesso Pennesi è stato categorico, sgombrando i dubbi di una impossibilità in presenza di verbali d’ispezione. “L’emersione è possibile- ha sostenuto dirigente del Ministero del lavoro – in tutti i casi purchè non ci si trovi in presenza di una sentenza passata in giudicato. Ovviamente non ci deve essere stato , da parte dell’azienda, alcun adempimento; né contributivo, né documentale.” Detto in poche parole, l’azienda che è stata “scoperta” irregolare per beneficiare delle agevolazioni da regolarizzazione del sommerso dovrà esclusivamente seguire i passaggi che la procedura prevede. E cioè , seguire alla lettera quanto previsto dall’Inps, che è poi l’Istituto deputato alla ricezione delle istanze, nella circolare n. 116 datata 7 settembre 2007. Il tutto a “sanzioni zero”, per gli imprenditori che intenderanno aderire alla campagna di emersione lanciata dal Ministero guidato da Cesare Damiano.
Un provvedimento , quello della regolarizzazione e stabilizzazione, che nasce dalla Finanziaria di inizio anno con la quale si stabilivano le misure per presentare l’istanza con l’obbligo, però, di sottoscrivere un preventivo accordo sindacale, aziendale o territoriale a seconda che nell’azienda sino presenti o meno le rappresentanze aziendale, e l’obbligo di mantenere i lavoratori “emersi” per almeno ventiquattro mesi. Eccezion fatta per la cessazione anticipata in caso di dimissioni o licenziamento per giusta causa.Ma se sul fronte contributivo non sembrano esserci dubbi sulle modalità di pagamento e beneficio delle agevolazioni, ad esempio con il 50 per cento delle stesse che saranno rimborsate alle aziende allo scadere di ogni dodici mesi, resta il “mistero” sul fronte della regolarizzazione dei versamenti a titolo di Irpef.
Nel merito, come sottolineato dallo stesso Pennesi nell’intervento di Potenza, l’Agenzia delle Entrate non si è ancora espressa. Considerata la portata “agevolativa” a favore delle imprese, non si prevedono misure che smentiscano tale intenzione e probabilmente anche il versamento a titolo di imposte dirette, sulle retribuzioni imponibili ai fini contributivi, seguiranno la metodologia utilizzata dall’Istituto previdenziale. L’occasione , in ogni caso, è di quelle da non perdere da parte delle aziende che in questi ultimi periodo sono stati oggetto di controllo, con relativo verbale di infrazione, da parte degli organi ispettivi. La procedura di regolarizzazione “ripulisce” l’azienda da tutte le infrazioni commesse, ivi comprese le mai sanzioni previste per gli inadempimenti burocratici, ed è quindi lecito attendersi che la stragrande maggioranza dei “verbali” verranno sanati con l’emersione.
Per gli altri, quelli che per intenderci occupano personale in modo “irregolare” ma ancora scampati a procedimenti ispettivi, la bontà dell’operazione sarà verificata solo allo scadere dei termini per presentare l’istanza all’Inps. Per i “ritardatari”, comunque, non dovrebbero esserci problemi se è vero che quella del 30 settembre (1 ottobre per via della scadenza cadente in giorno festivo) sarà solo la “prova generale” del progetto ministeriale che intende debellare, una volta per tutte, il “lavoro nero”. Ma se per l’emersione l’appuntamento anche per il 2008 è quasi certo, stessa cosa non può dirsi per la stabilizzazione. Il perché? Sembra che nessuno, nemmeno le parti sociali, si sia “preoccupato” di chiederne proroga o quanto meno una riapertura dei termini.
Fonte: Consulenti del lavoro