Vodafone è una delle più pubblicizzate aziende di telefonia mobile in Italia ma per i suoi lavoratori rappresenta anche chi è pronto a cedere parte dei servizi di supporto clienti, in particolare quelli specializzati nei processi di back-office. Si parla della cessione di cinque centri in Italia, nei quali operano diverse centinaia di lavoratori, alla Comdata di Fiorenzo Codognotto, già partner anche di Telecom e Wind, competitor della stessa Vodafone. Dell’operazione, della quale i lavoratori anche se direttamente interessati vengono aggiornati il meno possibile, non si conosce nemmeno la cifra. Verranno comprati per quanto? In che termini? E’ il buio.
Si sa solo che il gruppo Vodafone guidato dall’amministratore delegato Pietro Guindani era cliente di Comdata dai tempi di Omnitel, nel 1996. Non spiega però il motivo del passaggio di centinaia di lavoratori assunti con contratti a tempo indeterminato a una pmi che da un giorno all’altro potrebbe decidere di chiudere, liquidare o tagliare l’organico senza obblighi e senza le garanzie che solo un grande gruppo può dare ai lavoratori.
Le attività di assistenza al cliente che verrebbero acquisite da Comdata e che hanno fatto entrare in agitazione i lavoratori di Vodafone sono: CONSUMER: dealer support, supporto tecnico unificato, reclami, variazioni, subentri; BUSINESS: sales support, variazioni, subentri, attivazioni standard/Network/fisso, CRM amministrazione vendite; CREDITO: phone collection, credit verification, gestione non telefonico, gestione inbound. Il tutto PER UN TOTALE DI 914 addetti in tutta Italia.
Non va troppo per il sottile il comunicato dei Cobas che invita alla partecipazione allo sciopero del prossimo 5 ottobre (Roma e Milano) affermando che
“Negli ultimi anni la “cessione di ramo” è stato lo strumento principale con il quale tutte le aziende delle TLC (Telecom Italia, Wind, H3G) hanno tagliato il costo del lavoro. L’obiettivo aziendale in tutte le cessioni è stato eliminare e/o precarizzare i posti di lavoro per meglio ricattare gli addetti del settore. I vertici Vodafone e le altre imprese del settore, non contenti dei bassi salari e della estrema flessibilità previsti nel CCNL delle telecomunicazioni, con il lavoro dato in appalto vogliono drasticamente peggiorare le condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori per far lievitare i già alti profitti di azionisti e dirigenti aziendali. Tutto ciò mentre la classe politica rimane impassibile a guardare la mattanza di posti di lavoro realizzata dalle imprese grazie alla famigerata legge 30. Il governo Prodi, con l’accordo sul “welfare” del 23 luglio ’07, si appresta a confermare tutte le principali tipologie di lavoro precario introdotte dal governo Berlusconi e nulla ha fatto per cancellare i peggioramenti dell’art. 2112 C.C. (che regola le cessioni di ramo di azienda) realizzate con la legge Biagi.“
Come a dire: oltre a tollerare ancora i call center con co.pro, precariziamo anche quei pochi lavoratori che sono stati assunti con il CCNL delle Telecomunicazioni.
Il prossimo 5 ottobre i lavoratori di tutto il gruppo Vodafone incroceranno le braccia, per lo sciopero nazionale indetto da SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL. Contemporaneamente a Milano si svolgerà una manifestazione nazionale per dire no alla cessione di mille giovani lavoratori che fino a ieri hanno presidiato un’area strategica dell’impresa, quella della cura del cliente.
Fosse solo questo, sarebbe sufficiente. Ma avverte il segretario della CGIL Genovesi che è in atto una vera e propria campagna di disinformazione a mezzo stampa da parte dell’azienda Vodafone. “Un’azienda che sta oggi mostrando il suo vero volto: riduce il proprio perimetro aziendale cedendo attività dove negli ultimi mesi ha “casualmente” staffato molte più persone del necessario, si rimangia quanto detto finora sull’importanza della qualità dei servizi ai clienti, dimostra di considerare il sindacato confederale più un problema che un interlocutore.”
Intanto il 25 Settembre si è svolto l’incontro previsto dalla procedura ex art. 47 Legge 428 del dicembre 1990 sull’esternalizzazione del ramo d’Azienda concernente le attività back-office. L’Azienda dopo l’illustrazione del Piano Industriale e delle linee strategiche, ha presentato la dirigenza di Comdata acquirente del ramo d’azienda denominato “back-office”.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la contrarietà al progetto ma Vodafone per ora ha solo comunicato i numeri dei lavoratori interessati all’esternalizzazione, che riportiamo di seguito:
Milano 117 Persone
Ivrea 283 Persone
Padova 148 Persone
Roma 273 Persone
Napoli 93 Persone
Totale 914 su 4600 lavoratori impiegati nei complessivi 8 call center. Di questi 914, 864 sono operatori (“Rep”), 50 Team Leader.