Non preoccupatevi, non ho intenzione di propinarvi la rubrica di Paola Cappa. Anche perché le vecchie enciclopedie in cui abbondano gli ‘ove‘, gli ‘egli‘ e le notizie errate(*) le abbiamo in cantina un po’ tutti. Qualcuno però pare che le usi ancora 😉
Il titolo è invece dovuto a questo manifesto, che mi ero conservato. Si sa, i manifesti sono di loro natura precari: si staccano dai muri o rimangono sotto i multipli strati di incollaggio dei nuovi manifesti, che li celano per sempre alla memoria non troppo attenta dei passanti.
Pensate infatti se per caso, questa mattina andando al lavoro, vi si fosse parato davanti questo manifesto. E’ vero, non è un fotomontaggio. Era un manifesto vero. Accadde oggi. Da digerire con un sorriso amaro.
(*) per esempio: Secondo i recenti studi compiuti dall’autorevole storica Phillips Matz, Verdi non sarebbe nato alle Roncole di Busseto e tantomeno nell’osteria. Giuseppe Verdi è nato invece nella casa padronale della Madonna dei Prati (PR), di proprietà della Curia vescovile di Borgo San Donnino (oggi Fidenza) che il padre avrebbe dovuto lasciare sette anni dopo, nel 1830, per morosità nei confronti del Vescovo. Questo fatto venne avvalorato con documenti anche dall’archivista della Curia vescovile di Fidenza, Don Amos Aimi. Solo in seguito allo sfratto la famiglia Verdi si trasferisce nella locanda di Roncole, che erroneamente viene considerata poi la casa natale. Il piccolo Giuseppe aveva già otto anni. Le nuove biografie riportano infatti altro luogo di nascita e condizioni economiche ben diverse da quelle romanticamente bohemienne delle vecchie enciclopedie. (E non è ovviamente l’unico errore, benedetto giornalismo italiano…!)