Riportiamo la testimonianza di un lavoratore metalmeccanico, apparsa il 7 novembre su Aprileonline.
Non c’è bisogno di commenti, è tutto lì, in quello che questo lavoratore 57enne scrive, con una chiarezza, lucidità e capacità espositiva che raramente si vedono nelle classi manageriali.
E’ con questo stile asciutto e pieno di rincrescimento che parte dalla morte di un ragazzo senegalese, precipitato da un tetto di amianto, mentre altrettando di questo materiale pesantemente cancerogeno pioveva da giorni sugli operai nel capannone sottostante. Da un ragazzo che doveva avere l’imbragatura agganciata, dall’eternit che non dovrebbe più esserci, dai lavoratori costretti a respirare qualcosa che un giorno si trasformerà per qualcuno in un cancro. Ma la produzione non si può fermare. Buona lettura.
La testimonianza
Sono un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza delle Fonderie Officine Pietro Pilenga di Comun Nuovo un paese in provincia di Bergamo; la ditta in cui lavoro è una fonderia con 250 dipendenti che esiste da ormai 60 anni, una ditta che non ha mai avuto crisi, nessun problema serio di lavoro, ben inserita sul mercato.
Purtroppo il 1° giugno dell’anno scorso si e verificato un infortunio mortale: un lavoratore, Laye Dieng, senegalese dipendente di una ditta esterna è precipitato da un tetto in eternit di amianto. Un tetto che aveva la bellezza di 50 anni d’invecchiamento. Una lastra è ceduta sotto il suo peso ed è precipitato al suolo, chissà perché questa lastra è ceduta, ah forse perché aveva 50 anni d’invecchiamento, chissà perché questo lavoratore indossava l’imbragatura di sicurezza non fissata a nessun punto di aggancio, ah forse perché l’imbragatura serviva solo da mostrare se per un remotissimo caso fosse arrivata una ispezione dell’ASL.
I miei colleghi che lavoravano sotto quel tetto (il reparto funzionava regolarmente anche se stavano svolgendo dei lavori sul tetto) erano 3 giorni che si lamentavano con il caporeparto per la caduta di terra, sporco, piccole macerie, il caporeparto quando è stato informato di ciò che stava avvenendo sapete cosa ha fatto ? Ha fatto chiudere i coperchi dei forni fusori per evitare che le macerie inquinassero la ghisa fusa, ed alle ulteriori lamentele dei lavoratori non ha dato retta considerandole solo delle scuse per non lavorare.
Il 3° giorno è avvenuto ciò che era prevedibile, insieme alle macerie è caduto dal tetto, da oltre 7 metri, anche una persona e solo il caso fortuito ha voluto che Laye Dieng non cadesse sulla testa di qualcuno ma si schiantasse sul pavimento. Il poveretto non è morto subito, aveva le gambe fratturate con le ossa che fuoriuscivano dalla carne, la testa gonfia con molto sangue che usciva da tutte le partì, e anche se l’elicottero del 118 lo ha portato all’ospedale dopo poco tempo non c’è stato modo di salvargli la vita. lo il 1° giugno dell’anno scorso non ero ancora stato nominato né R.L.S. né R.S.U., di conseguenza non ho potuto intervenire direttamente, ma sapete cosa è avvenuto nel reparto? Proprio un bel niente, mentre c’era una persona che stava morendo per terra i forni hanno continuato a riempire le siviere di ghisa fusa, le macchine hanno continuato a funzionare, tutta la ditta si è comportata come se niente fosse successo, anzi il mio padrone si è preoccupato di sguinzagliare per i reparti i suoi fedeli collaboratori a spergiurare che lui non aveva nessuna colpa, che non c’entrava niente e che la responsabilità dell’accaduto era imputabile esclusivamente al povero Laye Dieng, dopo di che si è fatto in modo di parlarne il meno possibile per fare dimenticare la vicenda: molto probabilmente voleva farci credere, senza però dirlo apertamente, che Laye Dieng voleva suicidarsi e non ha trovato di meglio che lanciarsi dal tetto della fonderia, addirittura in una riunione svoltasi il 2 aprile scorso il mio padrone, e sottolineo padrone, durante una riunione RSU / Azienda ha avuto l’ardire di affermare che non essendo, Laye Dieng, dipendente delle Fonderie Officine Pietro Pilenga, nella sua ditta non è mai morto nessuno.
Sapete cosa bastava per evitare quella tragedia? Bastava installare delle reti di protezione ignifughe a maglie strette tra il soffitto ed i forni fusori che, considerando le dimensioni del reparto di 50 X 15 metri circa, avrebbero richiesto il lavoro di 3 o 4 operai per una giornata scarsa; evidentemente il mio padrone riteneva quello un costo troppo esorbitante. Alcuni mesi fa ad un nostro Direttivo una componente della Segreteria Nazionale della Fiom si diceva scandalizzata per una postilla presente nella finanziaria 2007 dove si garantisce alle aziende in nero che si regolarizzano un anno senza ispezioni. Sapete per quanti anni la mia ditta regolare non ha ricevuti ispezioni? Per 57 anni; le uniche volte che l’ASL è uscita a fare sopralluoghi sono state in occasione di infortuni, fortunatamente non mortali, ma i tecnici dell’ASL mi dicevano che hanno un tempo già predeterminato in base alla gravità dell’infortunio per cui si devono limitare a ispezionare solamente l’area o la macchina dove è avvenuto l’evento.
Nella provincia di Bergamo con la regia del Prefetto sono stati istituiti i cosiddetti ispettori polivalenti anche se però dopo un anno non sono ancora entrati in campo, prima di costituire gli ispettori polivalenti bisognerebbe dare la possibilità all’ASL di ispezionare da cima a fondo tutte quelle ditte dove avvengono infortuni gravi o mortali. lo sono R.L.S. da 13 mesi, sapete quanto ho impiegato per riuscire a fare il corso di I° livello sulla sicurezza previsto dalla 626? 10 mesi, 2 raccomandate a mano, 4 raccomandate con ricevuta di ritorno e svariate discussioni con la R.S.P.P., che è la sorella del titolare, la quale voleva addirittura farmi credere che quel corso dovevano farmelo fare i sindacati; sapete che è dal 6 giugno 2006 che voglio consultare il Documento di Valutazione dei Rischi, previsto anche questo dalla 626 addirittura nella Circolare Mìnisteriale n. 68 del 3 ottobre 2000 si prevede anche la consegna fisica dello stesso, ed a tutt’oggi dopo non so quante raccomandate con ricevuta di ritorno sia alla R.S.P.P. che all’ASL, dopo l’intervento diretto dell’ASL in ditta sono riuscito a leggere parte di tale documento per sole 3 ore in due sedute davanti alla R.S.P.P. che mi disturbava continuamente e che addirittura non voleva che prendessi appunti.
Mi sono chiesto più volte come facesse la ditta in cui lavoro a non avere l’abbattitore delle polveri dei fumi di fusione nonostante sia situata al centro di un paese di 3700 abitanti, abbiamo come sindacato fatto intervenire l’ASL e a settembre di quest’anno l’impianto partirà. Ma la giunta comunale di Comun Nuovo, l’ARPA e tutti quegli enti che dovrebbero controllare l’inquinamento dell’atmosfera dove sono stati per 57 anni? E poi bloccano la circolazione dei autoveicoli per diminuire le polveri sottili nell’aria, sapete l’inquinamento prodotto dalla mia ditta equivale a quello di 10.000 automobili non catalitiche naturalmente. Un’altra vicenda curiosa è avvenuta sempre in questa ditta modello in cui lavoro, mi è venuto in mente di richiedere copia delle mie cartelle sanitarie al medico competente della ditta in cui lavoro, non vi dico cosa ne é nato un putiferio unico che mi ha costretto a fare intervenire un medico del Servizio Prevenzione Sicurezza negli Ambienti di Lavoro che è uscito di persona a prendere la mia cartella clinica ed a darmene delle copie, durante il sopralluogo ha scoperto che le cartelle cliniche di tutti i dipendenti non erano segregate, praticamente il mio padrone poteva a suo piacimento consultarle. Il risultato è stato che sia la ditta che il medico sono stati multati in più il medico è stato denunciato alla Procura della Repubblica, conseguentemente si è dimesso. Il nuovo medico competente, nominato a febbraio 2007 è tutto un programma anche lui, per potergli parlare ho dovuto scrivergli una raccomandata con ricevuta di ritorno alla quale mi ha risposto dopo 50 giorni, e al primo incontro presente la R.S.P.P. mi ha fatto notare che lui in 45 anni non ha mai ricevuto una raccomandata da un R.L.S. (ne ha 57 molto probabilmente era gia medico a 12 anni, mi sembra anche che 45 anni fa gli R.L.S. non esistessero) e poi ha parlato degli assenteisti e di altri argomenti sindacali. Ormai sono convinto di una cosa i medici competenti vengono forgiati direttamente dall’Unione Industriali. Non mi dilungo oltre ma ci sarebbe da scrivere un libro sulle vicende avvenute in questa azienda, mi auspico solo che il Testo Unico sulla sicurezza, già passato in Senato, venga votato e convalidato al più presto anche in Parlamento. Ci sono alcune cose essenziali che auspicherei fossero introdotte al più presto:
1° servono più controlli, più prevenzione e formazione, ma soprattutto servono provvedimenti chiari e vincolanti, provvedimenti che costringano le aziende a dei comportamenti più civili e rispettosi nei confronti di chi lavora e rischia la propria salute ed a volte la propria vita.
2° la legge 30 va abolita, più precarietà significa più infortuni e più morti.
3° i cosiddetti medici competenti devono dipendere dall’ASL o dall’INPS e non essere pagati direttamente dal datore di lavoro.
4° non serve, come qualcuno vorrebbe, detassare le ore straordinarie (magari solo i contributi che versano i padroni) bisogna che gli stipendi siano più dignitosi, più ore di lavoro in special modo in quei settori a rischio significano più infortuni e più morti.
lo rimango sempre convinto di una cosa: il lavoro serve per vivere non per morire.