Non so voi, ma io sono piuttosto amareggiato dagli ultimi sviluppi. Non è un discorso pro o contro il governo attuale, solo un discorso di chi vede giorno dopo giorno calpestare i diritti dei lavoratori.
Per i lavoratori, soprattutto per i lavoratori precari, il testo del protocollo sul welfare è una sconfitta: un milioneottocentomila co.co.pro. ne escono senza un futuro, senza la possibilità di poter accedere all’acquisto di una casa, al crearsi una famiglia e al fare progetti a lungo termine perché ormai potranno essere co.co.pro per più di 48 mesi. Sono più di quattro anni. Per essere crudi, sottolineiamo che per alcune donne significa passare dall’età fertile a quella non. Per alcuni professionisti, significa passare dall’essere appetibili per il mercato del lavoro al non essere più inseribili dignitosamente. Per molti significa cominciare con le possibilità degli under-30 e ritrovarsi di nuovo in gioco over-30, quando le possibilità di reclutamento sono ancora minori. Per non parlare di chi lavora a termine da più di dieci anni e ha superato la soglia dei 40.
Di nuovo e ancora, quindi, un tradimento nei confronti dei lavoratori. Non è questione di essere insoddisfatti. Qui c’è proprio da essere disarmati davanti a tanto servilismo verso Confindustria. E’ un nuovo colpo ai diritti dei lavoratori, con tutte le verifiche illusorie che ci vogliano mettere dentro. E siamo di nuovo al balletto dei contentini.
Veniamo infatti al testo. Il testo approvato è nuovo, una via di mezzo tra quello approvato il 23 luglio dalle parti sociali ovvero Confindustria, sindacati e governo, con quello uscito modificato dalla Commissione Lavoro della Camera lo scorso giovedì.
Il testo del welfare concede poco o nulla ai diritti dei lavoratori, soprattutto quelli precari. E’ un governo che come molti in passato è servo della Confindustria, che detta le regole di utile e non dà spazio al diritto. Ma già a luglio 2007 la concertazione sindacale aveva visto Cgil, Cisl e Uil avvallare un accordo che faceva solo gli interessi di Confindustria e di questo i lavoratori se ne erano già accorti.
Stranamente, nonostante scioperi, blog, interviste e dibattiti portassero a vedere chiaramente come i lavoratori la pensavano sul testo welfare,
è saltato fuori che quell’accordo è piaciuto all’82 per cento dei lavoratori che si sono espressi col referendum. Un dato incredibile, quasi quanto un’eventuale unanimità.
Il tutto condito con la scusa sbandierata da tutti che “altrimenti a gennaio entrerà in vigore lo scalone Maroni“, diventato ormai un mantra per qualsiasi giustificazione serva all’approvazione di questo protocollo.
Su lavori usuranti e precariato passa la formulazione originale e resta il tetto delle 80 notti all’anno, il limite oltre il quale un lavoratore diventa “usurato”. Cioè se fai 79 notti all’anno non rientri nella categoria “usurante”.La Commissione invece aveva tolto questo limite, però a Confindustria non garbava.
Sul precariato il tema caldo è il tetto dei trentasei mesi. Viene accetta la modifica intervenuta in Commissione Lavoro sul fatto che il contratto precario diventa definitivo “dopo 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l’altro”. L’ulteriore proroga, però, quantificata dalla Commissione “in otto mesi”, è rimasta a tempo indeterminato. Il che vuol dire che si può lavorare a tempo determinato per la stessa azienda per più di quattro anni e oltre. Un altro regalo a Confindustria.
Altro punto caldo il job on call, il lavoro a chiamata, di cui avevamo ampiamente parlato in un articolo qualche tempo fa. Restano le eccezioni sul lavoro congressuale, artistico e turistico: altro regalo visto che questi due ambiti sono gli unici ad utilizzare il job on call. Facevano prima a confermare tutto.
Abrogato, poi, lo staff leasing, ovvero la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato a cui potevano ricorrere le aziende in cerca di lavoratori dipendenti delle agenzie interinali, senza alcun vincolo di durata. Vedete per caso una guida allo staff leasing nella nostra sezione Guide qui a destra? No? Sapete perché? Non lo usava quasi più nessuno.
Ecco come ti infiocchettano l’elefante.
A dicembre questo capolavoro di provvedimento arriva in Senato. Si vedrà.