E’ di oggi la notizia di un’intervista rilasciata da Fiori, direttore generale per il personale al Ministero della Pubblica Istruzione, a Salvo Introvaia del quotidiano La Repubblica: nonostante gli studenti siano aumentanti di 20.000 unità, i tagli previsti per i docenti sono di 10.000 unità.
In pratica verranno tagliati 10.000 posti tra gli insegnanti e 1000 di personale non docente. La certezza è che i tagli colpiranno soprattutto la scuola elementare e superiore. Quasi salva la scuola dell’infanzia dove salteranno ‘solo’ 5000 cattedre nonostante siano previsti 7000 alunni in più.
Alle medie inferiori, che attendono un incremento di 22.000 alunni, saranno assegnati mille posti in più. Alle medie superiori è previsto invece un taglio di 6.000 posti, qui parzialmente giustificati da un calo di 9.000 alunni.
L’unica buona notizia arriva per gli insegnanti di sostegno. Sarà possibile attivare quasi 94.000 posti (5.600 in più dell’anno in corso) con la stabilizzazione di quasi 15.000 insegnanti.
Il prossimo anno scolastico si aprirà quindi con un balletto peggiore del solito: non solo precari in attesa di una cattedra, ma anche personale di ruolo costretto a un ricollocamento. I danni ci saranno quindi per tutti: chi si era guadagnato finalmente e dopo lunghe attese la cattedra vicino a casa, rischia di vedersi ricollocato in qualche sperduto luogo lontano. Di contro i nuovi insegnanti, seconda e terza fascia, vedranno il loro ingresso nel mondo del lavoro con ulteriori ritardi (non ce ne fossero già abbastanza…).
Non parliamo poi degli alunni: nell’anno scolastico 2008/2009 aumenteranno ulteriormente le classi con 30 alunni, con conseguente dispersione dell’attenzione del docente. Contiamo infatti che ci sono docenti di materie che non hanno nemmeno un numero di ore sufficiente per interrogare 30 alunni, fig urarsi per riuscire a lavorare con tutti. Come soluzione per questo problema Fiori ha affermato che i presidi e direttori scolastici dovranno fare la loro parte evitando la formazione di classi con meno di 15 alunni. Siamo abbastanza stupiti da questa affermazione perché difficilmente esistono realtà in cui convivono classi di 30 alunni e classi di 10. Tra l’altro una soluzione di questo tipo odora molto di blocco della continuità di apprendimento per quegli alunni che si troveranno spostati di anno in anno nelle classi più affollate per smantellare quelle che lo sono meno.
Basteranno questi interventi per risolvere la situazione?