Alimentaristi, agronomi, laureati in scienze della produzione animale. Sono solo alcune delle figure professionali, specializzate in segmenti dell’attività svolta fino a pochi anni fa quasi solo dal veterinario, che trovano lavoro soprattutto nei grandi allevamenti di animali da reddito, per lo più concentrati in alcune aree del Nord-Est (Verona e Padova).
«Negli ultimi anni anche qui sono però diminuiti gli allevamenti sia di pollame, a causa delle ondate di influenza aviaria, sia di bovini – spiega Graziano Galbero, presidente dell’Ordine dei veterinari di Verona.
Il lavoro di macellazione e trasformazione delle carni ha subito una battuta d’arresto e quindi anche l’attività di ispezione e vigilanza, svolta dai veterinari del Servizio sanitario nazionale, ha richiesto meno personale. Se aggiungiamo la concorrenza di altre figure professionali, il nostro campo d’intervento sugli animali da reddito è sempre più ridotto». Si cercano così nuove opportunità nella libera professione ambulatoriale. Alcuni veterinari si sono specializzati nella cura di animali da affezione esotici; altri nella pet therapy.
Nuove opportunità sono legate alle consulenze in condizionalità per le imprese agricole. Il Regolamento CE 1782/03 (articolo 13) prevede infatti la possibilità di istituire il servizio di consulenza per gli agricoltori sulla conduzione di terre e azienda, e anche su salute e benessere degli animali allevati. I pagamenti comunitari agli imprenditori agricoli saranno subordinati al rispetto dei parametri fissati dall’Unione, verificato anche grazie all’assistenza dei consulenti in condizionalità. La Federazione nazionale ha sollecitato gli ordini locali a vigilare affinché le Regioni coinvolgano anche i veterinari nell’offerta di tali consulenze.
Una strada imboccata in via sperimentale nel periodo di programmazione 2000-2006 proprio dal Veneto e che sarà ulteriormente sviluppata con il Piano di sviluppo rurale 2007-2013.
Fonte: Il sole 24 ore