Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il 4 gennaio, del decreto 25/10/2007 del ministro Fioroni, la riorganizzazione capillare dell’istruzione degli adulti ha incominciato il suo concreto cammino. La pubblicazione ha cancellato parte delle interpretazioni date finora al testo: i corsi serali che portano a qualifiche e diplomi – oggi un universo che tocca 3500 allievi in provincia di Torino – costituiranno uno dei filoni di impegno dei futuri Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia). Di qui in avanti, la rivoluzione è ancora una scatola vuota che dovrà essere riempita per il 2009/2010.
Intanto, le preoccupazioni delle scuole che oggi attivano corsi serali per adulti, segnalate in dicembre all’assessore provinciale all’Istruzione Umberto D’Ottavio, restano e qua e là si intensificano. Anche perché i Cpia saranno istituzioni scolastiche autonome non in aggiunta, ma al posto di altre, anche di ordini e gradi diversi, soppresse in futuri piani provinciali di dimensionamento (la soppressione avviene, in generale, quando una scuola non raggiunge i 500 allievi).
Oggi «a rischio» con la perdita degli allievi del serale (sotto quota 500) ci sono alcune scuole: i professionali «Gobetti Marchesini», «Galilei»; gli istituti tecnici «Casale», «Sommeiller», «Carlo Levi». Altre – con o senza serale – sono già ben al di sotto della soglia minima, ma hanno un’offerta formativa originale e per questo fin qui non sono state toccate. Diverso, ovviamente, è il valore della soglia minima fuori città nel caso degli istituti superiori.
L’assessore D’Ottavio, all’inizio dell’anno scolastico aveva rassicurato i presidi dei 22 istituti che in provincia di Torino hanno corsi serali. Ora, per alcuni, la prospettiva si fa un po’ più grigia. Tra questi, lo storico «Sommeiller», dove ha insegnato Luigi Einaudi e dove hanno studiato il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, il sindaco Chiamparino e la presidente della Regione Bresso. «Non è detto – dice D’Ottavio – che un istituto come il “Sommeiller” debba essere accorpato. Certo il decreto apre una questione. In provincia di Torino abbiamo almeno sei situazioni sotto i 500 iscritti. Ma in certi casi si può derogare: per collocazione geografica o per la specificità dei corsi». E aggiunge: «Torino ha bisogno non di un Cpia, come prevederebbe il decreto, ma di 16, quanti sono oggi i Ctp, i Centri territoriali per l’educazione permanente. Ma questi 16 bisogna ricavarli. Io credo che molto si possa fare, nella fascia dell’obbligo, con la creazione degli istituti comprensivi, diffusi in provincia e ancora poco in città. Poi, è possibile che qualche accorpamento di superiori si debba fare».
L’assessore regionale all’Istruzione Gianna Pentenero ricorda che «con le autonomie ricavate dal piano di dimensionamento di quest’anno avvieremo le prime sperimentazioni nel 2008/2009. Stiamo lavorando con la rete dei Ctp, con la Direzione Scolastica Regionale, con l’Asapi: il nuovo sistema darà dignità e vigore alla formazione degli adulti». Anche il direttore regionale Francesco De Sanctis è ottimista: «Il processo porterà a una razionalizzazione utile, che non deve creare preoccupazioni. Parlerò anche dei Cipia negli incontri che avrò con i presidi piemontesi in questo mese. Li vedrò a gruppi di 50, per un proficuo scambio di opinioni».
Cgil, Cisl e Uil Scuola stanno seguendo le novità. «Si tratta – dice Enzo Pappalettera, segretario regionale Cisl – di costruire un modello inedito, basato su modifiche ordinamentali: il serale non sarà più la semplice riproposizione dei corsi del mattino. Per questo sono assolutamente contrario a sperimentazioni affrettate che pregiudichino la riorganizzazione futura».
E il «Sommeiller» reagisce
con nuove offerte didattiche
Nella scuola di Bresso e Chiamparino, il «Sommeiller», alla futura «sottrazione» del serale (200 iscritti contro 450 al diurno) si reagisce con nuove, attraenti proposte didattiche. Nel 20% di orario che le scuole possono curvare nell’ambito dell’autonomia, il «Somme» propone per l’anno prossimo l’introduzione di una terza lingua nel curricolo, con particolari accordi con il ministero dell’Educazione spagnolo. «Aggiungiamo spagnolo a francese, inglese e tedesco. E proponiamo lo studio comparato delle discipline economico-giuridiche. Ci auguriamo – dice la preside Catterina Cogno – di suscitare interesse e arrivare così ai 500 iscritti ai corsi diurni».Fonte: La Stampa, articolo di Maria Teresa Martinengo