Il Ministero della Giustizia, con comunicato stampa del 10 aprile 2008, annuncia una vera rivoluzione culturale per gli uffici giudiziari tesa a valorizzare le capacità dei singoli magistrati. Di seguito, il comunicato e a seguire l’elenco con gli indicatori dell’attitudine direttiva che verranno utilizzati per il conferimento degli incarichi.
Comunicato:
Incarichi direttivi: Scotti, nuovi parametri sono una rivoluzione culturale
“Una vera e propria rivoluzione culturale per gli uffici giudiziari che non potrà che valorizzare attitudini e capacità dei magistrati italiani nell’organizzazione del lavoro, in un’ottica di efficienza e funzionalità del servizio giustizia. Per la prima volta infatti vengono individuati criteri obiettivi di valutazione dell’attitudine a dirigere e organizzare un ufficio giudiziario”.
Il ministro della Giustizia, Luigi Scotti, così saluta la risoluzione del Csm che, d’intesa con il Guardasigilli, oggi ha approvato all’unanimità i parametri per il conferimento degli incarichi direttivi.
“Dalla capacità di gestire le risorse alle relazioni con gli altri magistrati e con il personale amministrativo, dalla capacità di promuovere e utilizzare le innovazioni tecnologiche alla valorizzazione delle attitudini organizzative dei collaboratori, i parametri che insieme al Consiglio Superiore abbiamo delineato, alla luce della riforma dell’ordinamento giudiziario, disegnano una figura moderna di capo dell’ufficio, magistrato che deve avere le competenze scientifiche adeguate ma deve essere in grado – non solo in base alla sua anzianità di servizio – di gestire l’organizzazione. Un manager del tutto particolare, magistrato, certo, ma anche capace di scegliere soluzioni adeguate per un servizio più veloce ed efficiente”.
Di seguito il testo completo con gli indicatori dell’attitudine direttiva (Fonte: Ministero della Giustizia)
INDICATORI DELL’ATTITUDINE DIRETTIVA
(approvati, d’intesa con il ministro della Giustizia, dal Consiglio Superiore della Magistratura nella seduta
del 10 aprile 2008)
A. PARAMETRO: CAPACITA’ DI ORGANIZZARE E PROGRAMMARE L’ATTIVITA’.
Indicatori:
1. Esperienze di direzione ed organizzazione, desunte dallo svolgimento, effettivo o vicario, di funzioni
direttive, semidirettive o di coordinamento di posizioni tabellari o gruppi di lavoro.
Assumono rilievo:
1.1. Attività di indirizzo nei confronti del dirigente amministrativo e/o di diretta gestione degli uffici.
1.2. Predisposizione ed osservanza delle tabelle degli uffici giudicanti e dei programmi organizzativi degli
uffici requirenti.
1.3. Gestione dei flussi e tempi di definizione dei procedimenti, anche alla stregua delle indicazioni
contenute nelle tabelle, nel programma organizzativo e nel rapporto informativo annuale sull’andamento
dell’ufficio.
1.4. Promozione dell’innovazione tecnologica.
1.5. Vigilanza, nei casi previsti dall’ordinamento giudiziario, nei confronti dei magistrati ordinari ed onorari,
degli Uffici del Giudice di Pace e degli Uffici NEP.
2. Esperienze di collaborazione nell’attività di direzione e/o organizzazione.
Assumono rilievo:
2.1. Deleghe organizzative ricevute dal dirigente dell’ufficio, in conformità alla normativa
sull’organizzazione degli uffici giudiziari;
2.2. Attività di ausilio ed assistenza anche nella redazione dei progetti tabellari o dei programmi
organizzativi e nella gestione degli uffici giudiziari.
3. Esperienze di organizzazione del lavoro giudiziario.
Assumono rilievo:
3.1. Organizzazione del lavoro in relazione alla gestione degli affari, tenuto conto della loro complessità e
dei carichi di lavoro.
3.2. Organizzazione del ruolo di udienza.
3.3. Organizzazione e direzione di collaboratori ed ausiliari.
4. Esperienze di coordinamento investigativo.
Assumono rilievo:
4.1. Attività di coordinamento o collaborazione con altri uffici svolta all’interno della DNA o con magistrati
appartenenti alla DNA;
4.2. Attività di coordinamento o collaborazione investigativa a livello infradistrettuale, interdistrettuale,
nazionale ovvero internazionale, svolta anche in posizione di fuori ruolo, a diretto supporto della funzione
giudiziaria.
5. Relazioni rilevanti per l’organizzazione e l’esercizio della funzione giudiziaria:
5.1. Rapporti dei magistrati direttivi e semidirettivi:
a) con magistrati, dirigenti e personale amministrativo; b) con i sindacati del personale amministrativo nel
settore dell’organizzazione del lavoro; c) con le autorità amministrative in materia di gestione delle
dotazioni dell’ufficio e in materia di sicurezza;
d) con la classe forense ed i suoi organismi di rappresentanza; e) con le altre categorie professionali e con
l’utenza in relazione alla predisposizione e gestione dei servizi.
5.2. Rapporti dei magistrati senza funzioni direttive o semidirettive:
a) con gli altri magistrati, con i dirigenti ed il personale amministrativo, con la classe forense, le altre
categorie professionali e con coloro che si avvalgono dei servizi della giustizia; b) con autorità esterne
(forze di polizia, servizi sociali minorili, strutture sanitarie e penitenziarie, etc.), nello svolgimento delle
funzioni giudiziarie.
6. Valorizzazione delle attitudini dei magistrati e funzionari.
Assumono rilievo:
6.1. Programmazione e gestione di riunioni organizzative funzionali alla trattazione degli affari ed alla
risoluzione di problemi organizzativi.
6.2. Programmazione e gestione di riunioni funzionali alla discussione e all’approfondimento di innovazioni
legislative ed orientamenti giurisprudenziali.
6.3. Promozione ed utilizzo dell’innovazione tecnologica.
6.4. Sviluppo e promozione delle attitudini organizzative dei collaboratori.
6.5. Rispetto e valorizzazione delle pari opportunità.
7. Rispetto della sfera di autonomia professionale del giudice o del sostituto procuratore.
8. Formazione (anche precedente l’ingresso in magistratura) in materia organizzativa e gestionale.
Assumono rilievo:
8.1. Corsi di formazione frequentati in qualità di partecipante, relatore, coordinatore.
8.2. Attività di progettazione ed organizzazione della formazione professionale e del tirocinio.
9. Esperienze di direzione, organizzazione e collaborazione maturate in ambito non giudiziario:
9.1. Partecipazione all’attività di direzione, organizzazione e collaborazione svolta presso gli organi elettivi
previsti dall’ordinamento giudiziario (C.S.M. e Consigli giudiziari);
partecipazione all’attività di direzione e di organizzazione svolta in posizione di fuori ruolo o previa
autorizzazione del CSM presso organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, organi amministrativi (tra
i quali Ministeri, Authority, Scuola Superiore della Magistratura), organizzazioni internazionali.
9.2. Attività di direzione, organizzazione, collaborazione svolte per effetto di incarichi previsti da
disposizioni legislative.
9.3. Esercizio, prima dell’ingresso in magistratura, di funzioni di direzione ed organizzazione significative e
rilevanti per l’organizzazione giudiziaria.
B. PARAMETRO: CAPACITÀ DI GESTIRE LE RISORSE.
Indicatori:
1. Controllo sull’andamento generale dell’ufficio.
Assumono rilievo:
1.1. Raggiungimento di standard di efficienza nel lavoro giudiziario ed amministrativo, in relazione al
programma organizzativo dell’ufficio o alla risoluzione di particolari profili problematici;
1.2. Ideazione e realizzazione di metodi operativi e di gestione dei servizi anche nell’esercizio di funzioni
non dirigenziali.
1.3. Ideazione, programmazione e realizzazione tempestiva di adattamenti organizzativi e gestionali.
2. Propensione all’uso di tecnologie avanzate.
Assumono rilievo:
2.1. Utilizzazione e valorizzazione dei programmi informatici per la gestione degli affari o del personale,
desumibile anche dall’attività di referente informatico o collaborazione con lo stesso nell’ambito del proprio
ufficio.
2.2. Rapporti con le autorità ministeriali deputate alla gestione delle risorse informatiche per la
predisposizione, l’applicazione o lo sviluppo dei suddetti programmi;
3. Attuazione del progetto di organizzazione tabellare o del programma organizzativo.
Assumono rilievo:
3.1. Approvazione dei progetti da parte del CSM;
3.2. Approvazione delle successive variazioni tabellari;
3.3. Valutazione dei progetti di organizzazione degli uffici requirenti;
3.4. Provvedimenti di applicazione e supplenza;
3.5. Raggiungimento degli obiettivi prefissati nel progetto organizzativo;
3.6. Utilizzazione dei magistrati onorari.
Gli indicatori di cui ai precedenti parametri (ad eccezione dei punti A.7, A.8 – quando riferiti all’attività
svolta precedentemente all’ingresso in magistratura – e A.9) devono essere valutati tendendo conto dei
risultati conseguiti in rapporto all’attività, alla tipologia di ufficio in cui l’attività viene svolta (in relazione
alla grandezza, al bacino di utenza, ai flussi di affari, al contesto geografico e sociale che connota il bacino
di utenza) ed alla situazione organizzativa e strutturale dell’ufficio stesso.
Per quanto concerne l’indicatore di cui al parametro A.7, il giudizio sulla sua sussistenza, quando non
emergano dati di segno contrario, dovrà essere espresso con la formula “nulla da rilevare”.