Ci siamo abituati alle barzellette sui system engineer di IBM che dagli anni novanta sono l’equivalente delle barzellette sui carabinieri. Ci siamo quasi abituati all’inutilità dello sciopero in Italia come mezzo per ottenere maggiori diritti. Ma dovevamo ancora vedere il cyber-sciopero. L’hanno inventato i dipendenti di IBM, sicuramente all’avanguardia per l’innovazione, ma anche per la massiccia presenza su Second Life.
A tal proposito, ci chiediamo a margine del discorso, se denunciano orari di lavoro così stressanti, come fanno ad essere così massicciamente presenti su Second Life che, diciamocelo, richiede un’ottima dose di pazienza, ingegno e ore di presenza? Resta un mistero.
Ma veniamo alla storia di questo utile sciopero virtuale. In IBM la trattativa per la firma del contratto integrativo durava dal 2004. Nel 2007 l’azienda aveva già eliminato il premio di risultato: circa mille euro in meno nella busta paga dei cinquemila lavoratori italiani. Ma questi, che di produzione ne fanno così tanta da avere tutti un alter ego su Second Life, con una vita social-cybernetica piuttosto complessa, hanno pensato di non scendere in piazza di persona, rimettendoci la giornata di lavoro di tasca loro, ma di far scendere in piazza i loro alter ego che, va detto, deve però essere guidato da loro in carne ed ossa, via rete.
Quindi il nostro dipendente IBM che non sciopera e non perde giornate di busta paga, fa lo sciopero creativo sedendosi alla scrivania e guidando il suo alter-ego SL mentre il conteggio del suo monte ore mensili lavorate sale. Ingegnoso e sicuramente lesivo per l’azienda, se era questo il fine. (Sì lo so, molti si staranno chiedendo ora se per caso senza saperlo qualcuno dei loro colleghi sta facendo il cyber-sciopero da qualche anno…)
Alcuni dirigenti hanno appreso dello sciopero dai giornali, non si erano accorti che qualcosa fosse cambiato rispetto alla routine quotidiana.
L’avevano già fatto il 27 settembre scorso, un giovedì, in cui si sono dati appuntamento per la prima protesta sindacale su Second Life: duemila persone collegate per 12 ore a un computer da più di 30 Paesi per rivendicare il loro diritto a non passare 12 ore davanti a un monitor.
Va detto però che i dipendenti scioperanti di IBM sono giustificati in questa scelta dall’azienda stessa che ha investito milioni di euro per aprire reparti, centri d’affari e servizi d’assistenza proprio su Second Life. Di 30 isole che IBM ha creato in Second Life, sette sono state occupate dai manifestanti, che hanno poi bloccato il business center per qualche ora e interrotto una riunione online tra manager.
Lo sciopero su Second Life ha incredibilmente funzionato: i dipendenti hanno riavuto questo premio di risultato. Probabilmente il risultato da raggiungere era la quantità di ore di presenza su Second Life.
Venti giorni dopo si è dimesso l’amministratore delegato di IBM Italia, Andrea Pontremoli. I dipendenti aderenti al cyber-sciopero la riportano come grande vittoria ma a quanto pare ha lasciato solo per diventare socio azionista nonché amministratore delegato della casa di auto da corsa Dallara.