La presentazione del piano di riforma del lavoro pubblico presentato ieri dal Ministro Brunetta ai sindacati (Ugl, Confsal, Cgil. Cisl e Uil) sembra uscito dai pensieri di molti che si sono trovati a fare i conti con la burocrazia statale e gli uffici pubblici: possibilità di licenziamento per scarso rendimento, per simulazione di malattia o se si rifiutano di essere riqualificati e spostati in altri uffici in caso di esubero. Si sentono formule da azienda privata: la produttività sarà direttamente calcolata sui risultati ottenuti dal dipendente – anche se nel comparto più soggetto a nepotismo del Paese c’è da chiedersi come riusciranno a fare delle valutazioni obiettive. Il Ministro propone in particolare di stabilire la progressione della carriera secondo criteri di produttività: non avverrà più in base ad automatismi legati all’anzianità di servizio quindi. Insomma, stare antipatici al dirigente d’ora in poi significherà guadagnare meno e non avanzare di grado, come succede già nelle aziende private.
Al fine invece di evitare la piaga dei grandi assenti per simulazione di malattia, il Ministro Brunetta propone, come tutti i suoi predecessori, di rafforzare i controlli giornalieri durante le assenze per malattia. Sarà la volta buona? Sentiamo fare la stessa proposta ad ogni nuovo Ministro del Lavoro. Ma novità reale, che forse otterrà qualche risultato in più, è il fatto che secondo la proposta, il medico che attesterà il falso, qualora fosse un pubblico dipendente come i medici di base e gli specialisti delle ASL, perderà il posto di lavoro. La proposta non si ferma qui: la simulazione di malattia sarà reato di truffa aggravata, ne seguirà quindi una condanna penale e di conseguenza l’impossibilità di lavorare ancora nella pubblica amministrazione.
Molte novità per i dirigenti : dovranno valutare ma anche essere valutati. Se i dipendenti avranno un rendimento basso, i dirigenti ne saranno ritenuti direttamente responsabili. Inoltre, a quanto pare, per ora non prenderanno nemmeno le gratifiche già in corso: in attesa dell’avvio del nuovo procedimento di valutazione, infatti, si prevede di congelare le indennità di risultato.
Appare un controsenso, in questo panorama, che selezioni del personale continueranno ad essere prevalentemente concorsuali. Insomma, i dirigenti verranno valutati anche sul livello di produttività dei dipendenti ma non potranno sceglierli. Chi, quindi, si ritroverà assegnata una squadra di brocchi, vedrà messa in discussione la sua stessa posizione, nonché il proprio stipendio.
Quanto alla contrattazione di secondo livello, sarà collegata alla "situazione economica e finanziaria dell’ente" , con il coinvolgimento della Corte dei Conti per un controllo complessivo della spesa. E’ previsto anche il riordino dell’Aran, con l’istituzione di un Agenzia dotata di ampi poteri di rappresentanza per la parte pubblica, di indirizzo e controllo della contrattazione collettiva, proposta accolta positivamente dai sindacati, in particolare dall’Ugl.