La mancanza di competitività italiana si riassume in due tendenza che andrebbero invertite: il costo del lavoro troppo alto e la produttività troppo bassa. E’ quanto sostiene il commissario europeo agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia, intervenuto a una conferenza stampa al workshop Ambrosetti di Cernobbio. “L’Italia è uno dei Paesi con la situazione peggiore per quanto riguarda il costo del lavoro. Questo ha indebolito la competitività – ha detto Almunia – compensare la crescita dei prezzi con aumenti dei salari non porta a nulla. E’ necessario invece migliorare la competitività e abbassare il costo del lavoro”.
“E’ un problema che non riguarda solo il vostro Paese – ha continuato il commissario – avviene anche in Spagna”. Questo incremento dei costi del lavoro unitari, ha spiegato Almunia, va affrontato facendo leva sull’efficienza. “La cosa giusta da fare è spingere sulla produttività per puntare a fare calare il costo del lavoro”.
Almunia è poi intervenuto sulla fluttuazione dei prezzi petroliferi. Il recente calo del valore dell’oro nero, ha detto, è la prova, “la pistola fumante” che dietro ai passati rialzi, ci sono state manovre finanziarie, molte delle quali “erano pura speculazione”. “C’è bisogno di più trasparenza sulle riserve”, ha proseguito Almunia, che ha aggiunto che il tema verrà affrontato al vertice dell’Ecofin settimana prossima.
In ogni caso, tenuto conto dei livelli comunque elevati del greggio, che rimane sopra i 100 dollari al barile, “quello che dovremmo fare è essere più efficienti, consumare meno energia per unità di prodotto – ha concluso Almunia – anche se questo non è abbastanza per il breve termine”. Il rallentamento economico sulle due sponde dell’Atlantico “è serio” e la situazione “è peggiore di quella che prevedevamo qualche mese fa – ha aggiunto il commissario, che però spera – in un inizio di ripresa a partire dai primi mesi del 2009. La mia percezione è questa, ma è molto difficile fare previsioni, c’è molta incertezza”.
Fonte: La Repubblica, 6 settembre 2008