Alzi la mano chi non si è accorto che ad ogni crisi economica ci sono flotte di laureati che si riversano nell’insegnamento. E’ quello che sta succedendo anche in questi anni, con laureati di qualsiasi ciclo e fascia, che si riversano nelle graduatorie degli insegnanti con il miraggio di un posto fisso. Certo, non parliamo di coloro che invece sognano da tempo di fare l’insegnante e hanno una vera passione per questa professione. Purtroppo invece le graduatorie sono oggi piene e appesantite da coloro che hanno visto nell’insegnamento solo un posto sicuro. Statale, appunto.
Va quindi in contro le aspettative di questi l’affermazione del Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini, la quale in un’intervista di oggi rilasciata all’Ansa ritorna a parlare di tagli consistenti sul personale della scuola e afferma testualmente che:
"La scuola è fatta per gli studenti non per pagare una cifra spropositata di stipendi che sono pure da fame, così come gli ospedali non sono fatti per gli stipendi dei medici ma per i malati. I dipendenti della scuola sono più di 1.300.000 e sono troppi. Io voglio una scuola con meno professori, più pagati e in cui viene riconosciuto il merito di tanti bravi che ogni giorno lavorano tra mille difficoltà. Il bilancio del ministero dell’Istruzione – ha ricordato il ministro – è utilizzato, infatti, per il 97% per pagare stipendi "
Ovviamente, fossimo rassicurati dal fatto che i meritevoli non ci andranno di mezzo, potrebbe essere un buon proposito.
Comunque non si parla solo di tagli ma anche di assunzioni, come i circa 8.000 nuovi posti per il tempo pieno . Spiega infatti il Ministro:
"Il tempo pieno non sarà toccato anzi eliminando la compresenza di più professori e aumentando di ottomila posti i docenti del tempo pieno, si aumenterà sensibilmente il numero di famiglie che usufruiranno del tempo pieno". […]"Addirittura come risulta a una simulazione fatta da Tuttoscuola il tempo pieno potrà essere incrementato del 50%. Questo è il mio obiettivo".
Intanto, quel che è certo è che le regole da oggi sono già cambiate . Non solo per quanto riguarda l’introduzione del maestro unico e dei voti espressi in numeri, ma anche delle assenze dei professori . E’ vero, anche qui ci sarà qualche vero povero malato a farne le spese ingiustamente ma forse si inizieranno a fermare i balletti estenuanti delle supplenze di chi si reca al nord a conquistare una cattedra per poi lasciarla scoperta la maggior parte dell’anno scolastico adducendo malattie fantasiose, avvallate spesso da medici amici.
Cambia infatti da oggi la procedura per giustificare le assenze per malattia di tutti i dipendenti pubblici , e quindi anche per il personale della scuola. E per periodi inferiori ai dieci giorni scatta la decurtazione dello stipendio . Per assenze superiori a dieci giorni e, comunque, dal terzo "evento di malattia in poi" l’assenza sarà giustificata "esclusivamente mediante certificazione medica rilasciata da struttura sanitaria pubblica". Ma il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha precisato che il certificato del medico (convenzionato con il Servizio sanitario nazionale) di famiglia è da considerare valido comunque. In ogni caso, scatta la visita fiscale anche per assenze di un solo giorno e le fasce orarie di reperibilità si ampliano: dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20.
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