La ricerca Fimmg: a un anno dalla prima rilevazione aumentano i dottori insoddisfatti
Il Mmg boccia l’informatore: in cima alle critiche spicca la scarsa competenza – Visite in netto calo.
Se non è una bocciatura poco ci manca. Perché la pagella dei generalisti italiani sull’informazione ricevuta dalle aziende farmaceutiche presenta più di qualche insufficienza. E non promuove nemmeno gli informatori del farmaco (Isf). A rivelarlo è la nuova fotografia scattata dal Centro studi della Fimmg, che ha interpellato via mail 800 medici di famiglia a un anno esatto dalla prima rilevazione. Giungendo a un verdetto chiaro: il feeling tra generalisti e informatori non è idilliaco. Le ragioni: la scarsa conoscenza degli Isf sulla medicina generale e sulla realtà territoriale in cui i dottori operano e il ricorso a strumenti ormai superati. Senza parlare delle difficoltà organizzative. Che rendono la visita dell’informatore una missione quasi impossibile per il generalista.
Crescono gli scontenti. È una delle principali fonti di informazione dei dottori di famiglia. Eppure l’informazione scientifica resta al palo. E gli 800 medici intervistati dal Centro studi della Fimmg si dichiarano scontenti della strategia informativa delle aziende farmaceutiche: il 76,9% dei generalisti è insoddisfatto (+1,3% rispetto allo scorso anno). Pollice verso poi anche per gli informatori del farmaco bocciati dal 69,4% dei medici (contro il 68,9% dello scorso anno).
E dal malcontento al calo delle visite il passo è breve. I numeri lo dicono senza mezzi termini: diminuiscono, infatti, i contatti con gli informatori poiché nel 2008 la percentuale di medici che ha ricevuto oltre 20 Isf in un mese è scesa al 45,3%, registrando un netto arretramento rispetto al 2007 (-5,9%). Le visite si diradano, dunque, e i medici cercano di organizzarsi un po’ meglio. Crescono infatti i Mmg che incontrano gli informatori solo per appuntamento (il 42,3% nel 2008 rispetto al 37,7% dello scorso anno). E diminuiscono quelli che ricevono gli Isf tra una visita e l’altra: passati, nel giro di un anno, dal 37,7 al 30,8 per cento. Anzi i dottori vorrebbero che gli informatori accantonassero la visita al singolo medico per puntare semmai su incontri periodici a piccoli gruppi (il 42,2 per cento).
L’informazione che vorrei. Ma perché gli Isf sono ancora poco amati dai generalisti? In cima ai pensieri dei generalisti c’è la richiesta di una maggiore preparazione specifica.
I dati parlano chiaro: il 63,2% dei dottori considera la competenza scientifica come uno degli aspetti più importanti di un informatore (era il 60,5% nel 2007), secondo solo al rapporto personale (giudicato prioritario dal 69,2% degli interpellati, +1,8% rispetto al 2007).
Con una significativa differenza tra i due sessi. Mentre gli uomini privilegiano il rapporto instaurato con l’informatore (il 72,9% contro il 52,5% delle dottoresse), le donne considerano le competenze l’aspetto più qualificante (il 69,7% rispetto al 61,8% dei colleghi maschi).
Ma su una cosa tutti convergono: l’informazione scientifica deve cambiare. La stragrande maggioranza dei camici bianchi non ha dubbi: l’82,7% ritiene che le strategie dovranno essere ormai rinnovate (il 3,5 in più rispetto al 2007). E, per il 13,9% degli interpellati (a fronte del 6,4% dello scorso anno), saranno le stesse aziende a dover modificare le modalità di contatto con i medici. Ma in quale direzione? I medici di famiglia battono con forza sul tasto organizzativo e su strumenti innovativi. E chiedono alle aziende, nel 36,2% dei casi, di puntare su strumenti on line. Che renderebbero il contatto tra dottori e informatori molto meno complicato.
«È evidente che l’attività informativa da parte delle aziende farmaceutiche – spiega il segretario nazionale Fimmg, Giacomo Milillo – deve evolvere verso strumenti più flessibili, on line, concentrando gli incontri in momenti allargati. Ma la formazione per essere significativa deve porsi oggi un altro tema: quello della multidisciplinarietà rispetto ai target di medici. Oggi l’evoluzione delle patologie croniche e l’innovazione farmacologica devono essere fronteggiate con una formazione multidisciplinare verso entrambi gli erogatori “tecnici” delle cure della medicina specialistica e della relazione gestionale nella medicina generale».
Fonte: Il Sole 24 Ore – Sanità, n.40 , Ottobre 2008