«Trattative non ce ne sono più e la Cai è intenzionata a partire. E’ impensabile che si possa mettere un veto e perdere 18mila posti di lavoro». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, a mattino 5. «Credo che Cai chiamerà i piloti singolarmente – ha aggiunto Matteoli – e gli sottoporrà il contratto. Per coloro che rifiutano il contratto, c’è qualche dubbio, che possano accedere alla cassa integrazione. La norma in proposito è chiara».
«Ieri c’è stata un’assemblea molto combattuta, ma nessuno ha proclamato uno sciopero: spero che il buon senso prevalga almeno su questo aspetto». Ha dichiarato poi il ministro dei Trasporti. Matteoli ha confermato che la nuova Alitalia «può decollare il primo dicembre», anche perchè il commissario straordinario Augusto Fantozzi, che oggi «incontrerà la Cai» per stabilire le prossime tappe del percorso, «non ce la fa più a reggere, rischiamo di arrivare con gli aerei fermi».
Il presidente della società Roberto Colaninno, incontrando i giornalisti in Vietnam nell’ambito della missione imprenditoriale organizzata da Abi, Confindustria e IceCai, afferma invece di non voler convocare il fronte del “no” di Alitalia. «No, no, no. Non c’è nessuna convocazione: il problema è finito, chiuso», ha così risposto Colaninno a chi gli chiedeva se fosse imminente una convocazione dei sindacati autonomi. Quanto alle proteste preannunciate dai duemila dipendenti aderenti a Up, Anpac, Avia, Sdl e Cub, Colaninno ha tenuto a precisare: «Quando Cai sarà ufficialmente il proprietario di quei beni che abbiamo comprato da Alitalia e da Air One – ha spiegato – quelli che saranno assunti potranno manifestare i loro interessi. Quelli che non saranno assunti, non potranno neanche entrare. Voglio dire, se uno non è assunto cosa viene a reclamare? Andranno cioè a reclamare in casa d’altri?».
«Si aspettava la presa di posizione degli autonomi?» Gli hanno chiesto i cronisti. «Non faccio commenti su opinioni, convinzioni o interessi che vengono gestiti dagli altri. Abbiamo un progetto che abbiamo sviluppato, abbiamo fatto un investimento, e ci proponiamo di assumere 12.628 persone tra personale di terra, assistenti di volo e piloti. Li assumeremo secondo i criteri che sono stati discussi e controfirmati dalle quattro organizzazioni sindacali». Allo stesso tempo, ha fatto notare Colaninno, «mi è dispiaciuto che questi contratti non abbiano trovato il consenso anche dagli altri rappresentanti dei lavoratori di Alitalia. Ciò detto – ha proseguito – assumeremo quelli che sono interessati ad accettare di lavorare in Alitalia, secondo queste condizioni. Gli altri che non accetteranno, avranno deciso che questa offerta di lavoro non è interessante».
La “nuova Alitalia”, ha spiegato, sarà «una nuova azienda che ha fatto un’offerta che ha bisogno di 12.628 persone, non siamo responsabili della situazione precedente. Quando si acquista qualcosa, ci sono condizioni e termini secondo cui uno è pronto a fare l’acquisto. Alitalia ha bisogno di personale, di terra, di assistenti di volo e di piloti. Le nostre condizioni sono queste, sono state discusse, sono state accettate e quindi ognuno sceglierà secondo i suoi criteri». Insomma, «Alitalia è fallita, non è che stiamo cercando di portarla via o stiamo ricattando qualcuno. Non voglio neanche intervenire su questo. Sono interessi che vengono discussi da categorie professionali e ognuno sceglierà la propria strada». In questo senso, ha aggiunto, Cai è disposta ad assumere chiunque vorrà lavorare, «anche i piloti Ryanair».
Via: La Stampa 04 Novembre 2007
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