Dal titolo si fa un conto facile e veloce: 30.000 pensionamenti meno 20.000 immissioni in ruolo uguale 10.000 precari in più. Sì, perché se 30.000 di ruolo vanno in pensione e le immissioni in ruolo sono solo 20.000, quei 10.000 posti saranno coperti sì, evviva, ma da altrettanti precari.
Così la notizia è positiva fino a un certo punto: bene per chi avrà finalmente l’immissione in ruolo (anche se ormai la media di età di chi entra in ruolo è 35-40 anni, con punte crescenti verso i 45) ma male per la scuola e il sistema scolastico, che in un solo anno si vede aumentare i precari di ben 10.000 unità.
In più, si aggiunge il dato dei posti ‘rastrellati’ dal Ministero, ovvero tutti quelli considerati ‘esubero’ o ‘inutili’, che riguardano per la maggior parte la scuola elementare e le medie. Gli insegnanti non di ruolo di questi due ordini, i precari appunto, si trovano ad essere doppiamente precari: non di ruolo e forse, a breve, tagliati del tutto. Motivo per il quale, in tanti, sfrutteranno prossimamente le lauree per entrare nella scuola superiore. Le occasioni più vicine per farlo sono senz’altro la riapertura delle graduatorie di terza fascia e il bando per la mobilità 2009/2010.
Il boom di pensionamenti si calcola che sia il 23% più dello scorso anno, è dovuto a tre fattori principali: le proposte di elevare l’età pensionabile per le donne, i tagli al personale della scuola elementare e materna con la riorganizzazione dovuta al ‘maestro prevalente’ o ‘maestro unico’ e, non ultimo, il pensionamento obbligatorio per chi ha già maturato 40 anni di servizio e 65 anni di età.
La sola questione del “maestro unico di riferimento” infatti darà luogo a un taglio che secondo le intenzioni del governo dovrebbe attestarsi attorno ai 42.000 docenti. Saranno migliaia gli insegnanti di ruolo che a settembre si troveranno senza lavoro e in questa situazione chi può andare in pensione ha inoltrato la domanda in tutta fretta.
D’altra parte è anche vero che il pensionamento di questi docenti apre le porte a giovani insegnanti, il dato negativo è però che i nuovi insegnanti non saranno di ruolo ma precari, e ben 10.000 in più dello scorso anno.
Foto I Flickr