Il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli afferma: “Non è possibile che i sindacati con pochi iscritti paralizzino il Paese: è una regolamentazione di cui c’è bisogno”.
Domanda di logica: come fanno POCHI ISCRITTI a paralizzare il Paese? Se davvero si trattasse di “pochi iscritti”, non si noterebbe nemmeno il loro sciopero.
Cosa c’è allora, davvero, dietro a questa riduzione del diritto di sciopero? Forse annullare le sigle sindacali minori, perché sono le più combattive, sia a destra che a sinistra.
Intanto tiene banco la trovata al limite del goliardico dello “sciopero virtuale” per alcune categorie di lavoratori. In pratica, alcune categorie non avranno il diritto di scioperare. In più è previsto anche l’avvio di sanzioni amministrative per quelle modalità di sciopero che paralizzino strade, stazioni, autostrade e aeroporti. Insomma: scioperare senza dare fastidio. Non fosse mai che il ministro di turno, in partenza per le vacanze con la velina del momento, dovesse trovarsi sotto gli occhi i noiosi problemi di chi lo ha eletto.
Il tutto viene giustificato con la necessità di dare certezza ai cittadini sul numero dei mezzi in circolazione e quindi via con la richiesta di adesione preventiva individuale allo sciopero. I cittadini, ovviamente, che non pensano mai a quando questo provvedimento colpirà anche loro ma solo al fatto che potrebbero far tardi in ufficio o dalla parrucchiera per uno sciopero dei mezzi, acclamano soddisfatti. Era ora!
Sì, davvero, era proprio ora di cancellare 150 anni di lotte per ottenere il diritto di sciopero per tutti.