The Economist, come da immagine sopra (grazie Kevin e Arlette), esce con un’esclamazione, Oh, Fuck! , che dà il titolo allo speciale sulla crisi economica. L’Europa intera si è accorta a Settembre 2008 che, oh fuck, ci siamo dentro fino al collo. Noi aspettiamo quietamente che con tutta calma se ne accorgano anche i vertici italiani e dispongano un piano anti-crisi o quantomeno di ammortizzamento, come è già stato fatto da tutti gli altri paesi UE.
Dalle ultime segnalazioni che abbiamo fatto, la situazione sembra essersi aggravata. Avevamo riportato il dato allarmante dell’incremento dei disoccupati del 553% nell’ultimo bimestre e tra gli altri, la testimonianza di un’impiegata INPS che ci ha raccontato la crisi che vive giorno per giorno. E’ di oggi invece la notizia battuta dall’ANSA in base alla quale tra gennaio e febbraio 370.561 lavoratori hanno perso il posto di lavoro e hanno presentato all’Inps la domanda di indennità di disoccupazione, 116.983 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno pari ad un +46,13%. Tali richieste comprendono l’indennità ordinaria, speciale e con i requisiti ridotti.
In dettaglio, a gennaio le domande arrivate tramite gli sportelli INPS sono state 169.274 (con un picco nella sola giornata del 15 di 11.653 richieste) contro le 95.851 dello stesso mese del 2008. A febbraio sono salite a 201.287 (il picco è del dieci del mese) contro le 157.727 dello stesso mese dell’anno precedente.
Il segretario del PRC Paolo Ferrero, riporta La Repubblica nell’edizione odierna, chiede per tutti i nuovi disoccupati “immediatamente la cassa integrazione, come pure va estesa la cassa integrazione a tutti coloro che perdono il posto di lavoro“. “Non è accettabile infatti – aggiunge Ferrero – che chi lavora in piccole o piccolissime imprese, in società cooperative o in qualità di lavoratore interinale abbia meno diritti di altri lavoratori meglio tutelati. Non è accettabile perché, oltre al danno, vorrebbe dire per loro subire la beffa“.
L’allarme, lanciato anche dall’UE è che entro il 2010 si arrivi a quota 6 MILIONI di nuovi disoccupati, numeri che l’Italia non ha mai affrontato prima. Ci sarebbe bisogno di un piano coordinato di intervento per rivedere totalmente le politiche occupazionali, è più che mai urgente. Ma finora gli interventi sono finalizzati solo ad alcuni problemi del momento, dai tornelli agli scioperi virtuali.
Quindi, la domanda resta per ora senza risposta: chi salverà i lavoratori italiani dalla crisi?