Se alla guida di Yahoo ci fosse un vecchio strapagato manager italiano, non mi occuperei della notizia. Invece alla guida di Yahoo da gennaio 2009 c’è Carol Bartz, la manager che ha portato al successo Autodesk dopo altrettante brillanti performance presso 3M, the Digital Equipment Corporation e Sun Microsystems. Una che sa bene quello che fa e generalmente agisce con competenza.
Bene, voci attendibili rilanciate dal New York Times e dal Washington Post ieri, sostengono che il colosso Yahoo stia pianificando “diverse centinaia di licenziamenti“. Questi licenziamenti, alla maniera americana del “te lo dico e te ne vai con la tua scatola di cartone” pare che verranno comunicati giovedì 16 aprile. Una procedura classica per le multinazionali americane: il giovedì ondata di licenziamenti, il venerdì riunione con i sopravvissuti e poi weekend per scordarselo e ricominciare il lunedì come se niente fosse.
Yahoo ha già licenziato circa 1000 lavoratori non appena è cominciata la crisi nel 2008 e ha concluso l’anno con all’attivo 13.600 dipendenti quindi l’annuncio di “diverse centinaia di licenziamenti” è quantomeno preoccupante.
Ma a cosa è dovuto il calo di Yahoo di fronte a un settore che in realtà sta tenendo molto bene la crisi? Specialmente per quanto riguarda la pubblicità che continua ininterrottamente a spostare capitali e investimenti dalla stampa e televisione verso il web?
A parte le considerazioni classiche del traffico sottratto dai competitor Google, YouTube e Facebook che hanno veicolato una grossa parte della social networking mass verso i loro servizi, in realtà penso che questa crisi interessi quasi esclusivamente Yahoo e sia originata essenzialmente dalle loro perdite nel settore dell’online advertising. Da una parte Yahoo vende spazi pubblicitari a prezzi alti, per nulla concorrenziali rispetto al mercato attuale, dall’altra offre ai publisher una delle piattaforme più complesse e difficilmente comprensibili, oltre a una revenue decisamente scarsa rispetto al loro più diretto competitor AdSense.
Scelte così mal pianificate e strumenti così mal gestiti, non possono che finire per originare delle perdite e questa volta addirittura in un settore, quello dell’online advertising, che si rivela invece in salita costante. E’ quindi evidente che questi licenziamenti siano una necessità interna di Yahoo e non una conseguenza della crisi economica.
Una ulteriore motivazione alla scelta interna di Yahoo potrebbe anche originarsi dal fatto che Carol Bartz ha ripreso i contatti con Microsoft, che già l’anno scorso era interessata all’acquisto di Yahoo. I licenziamenti potrebbero essere necessari all’alleggerimento dell’azienda, presentandola in una versione più snella ai futuri compratori.