Il connubio “impresa e famiglia” in Italia è sempre stato molto stretto, generando un caratteristico tessuto economico fatto di piccole e medie imprese (PMI). Il family business viene però spesso accusato di essere un ostacolo alla maturità del nostro sistema imprenditoriale, bloccato a quanto pare da ‘fabbrichette’ e imprese artigianali che non superano i 5-10 operai.
Secondo quanto segnala uno studio della Camera di Commercio di Milano (Registro Imprese 2008) gli imprenditori italiani in realtà non hanno un atteggiamento più orientato alla piccola impresa, rispetto a quello dei loro colleghi europei. Interrogati a proposito di quali siano le motivazioni che spingono allo start-up di un’impresa, gli italiani per il 26% indicano la volontà di seguire la tradizione familiare. Si delinea in pratica una grossa fetta di piccole e medie imprese che passano di mano, di padre in figlio e che vanno tolte dal novero delle nuove aperture.
Gli italiani però, in modo del tutto sorprendente visto il risultato sopra, ascoltano meno i consigli di familiari ed amici (40% contro la media europea del 46%) e sono meno finanziati dalle famiglie (25% contro 27% della media europea). Addirittura si rileva in questo studio che la mancanza di appoggio del coniuge e dei familiari è una difficoltà per lo start up di impresa in un caso su cinque (21% contro 19% europeo).
In questi nuovi piccoli imprenditori, quindi, ci si possono vedere solo contraddizioni puramente italiane o finalmente una nuova tendenza a differenziarsi da quello che hanno fatto i propri familiari?