Se non si può chiamare questa “guerra dei poveri”…!
Non sappiamo se gioire perché finalmente qualcuno si è mosso per dare la sveglia a questi soporiferi sindacati italiani, oppure se continuare a considerare inammissibile il venire alle mani.
Certo è che la sede, il Lingotto, e il sindacato, la FIOM, sono pezzi di storia delle lotte dei lavoratori in Italia. Lotte che, negli anni ’60 e ’70 hanno visto spesso mani alzate e proteste non proprio ortodosse.
Nella foto sopra (Foto Contaldo/Photonews), riportata dall’edizione torinese de La Repubblica, il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, è rimasto coinvolto nella protesta dei Cobas durante la manifestazione dei lavoratori Fiat davanti al Lingotto. Rinaldini è stato tirato giù dal palco.
Ha poi lasciato la manifestazione, accompagnato dal numero uno della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, tra gli applausi dei lavoratori. “E’ stato un episodio deplorevole, costruito in modo organizzato, che non può in alcun modo oscurare la grande manifestazione che si è svolta oggi a Torino” ha commentato il sindacalista.
Quella che a tutta prima è stata additata come la protesta pilotata di alcuni cani sciolti, si è rivelata in realtà una protesta spontanea scaturita dalle file dei Cobas. Riporta sempre la redazione torinese di Repubblica: “I Cobas hanno occupato il palco, strappando gli striscioni di Fim, Fiom, Uilm e Fismic. Alla fine della manifestazione un loro rappresentante ha preso il microfono e ha improvvisato un comizio chiedendo la nazionalizzazione della Fiat, la restituzione di tutti i soldi che la famiglia Agnelli ha portato all’estero e se ci fosse una sovrapproduzione negli stabilimenti una riduzione a orario a pari salario in tutti gli stabilimenti europei“.
Un programma un tantinello ambizioso… hasta la victoria siempre! 😉