La West Japan Railway Company ha introdotto in azienda un “sorrisometro” per misurare il livello di sorriso dei dipendenti che tutti i giorni hanno contatto con i clienti. Si chiama Smile Scan ed è una webcam con scanner incorporato, montata sullo schermo del pc o su una parete. Il suo compito è scattare foto dell’impiegato a intervalli regolari e inviarle a un software che analizzerà queste immagini e emette un “punteggio sorriso”. Praticamente, con una paresi facciale da tonti si ottiene il punteggio massimo, mentre con un atteggiamento serio e professionale ma senza mostra dei denti si viene ripresi per scarso feeling con il pubblico.
In ogni caso, per la Omron, la ditta produttrice dello Smile Scan, il sorrisometro non è un modo per spiare i dipendenti ma un sistema per aiutarli a valutare il proprio sorriso, che in Giappone è un requisito irrinunciabile nell’assistenza ai clienti. Inoltre la Ormon afferma che viene punito anche il sorriso troppo smagliante, perché può infastidire i clienti.
Sorgono spontanee due domande: cosa succederebbe applicando questo congegno ai tanti impiegati ministeriali che hanno l’abitudine dare rispostacce ineducate e soprattutto, quanto può essere ritenuto lecito un misuratore del genere che documenta minuto per minuto l’attività quotidiana di una persona? Probabilmente in Italia sarebbe considerata una violazione della legge sulla privacy.