Questa è la domanda che ci poniamo oggi e che ci ha posto Nunzia, lettrice di Bloglavoro, che ci scrive un lungo messaggio, pieno di amarezza per questo tipo di concorsi. Lei ne sa molto sullo svolgimento e forse vale la pena ascoltarla.
Va detto comunque che in qualsiasi concorso tendono ad essere avvantaggiati coloro che già lavorano nella struttura, in quanto hanno più familiarità con gli argomenti, in questo caso gli argomenti di salute ambientale che riguardano il territorio specifico. Le ARPA, infatti, sono agenzie regionali, con una indipendenza organizzativa e ambiti di intervento legati al territorio.
Altra cosa che ci sentiamo di aggiungere è che, nel caso vengano riscontrate apparenti irregolarità come quelle di seguito esposte, è il caso di fare un ricorso, magari in più persone. Il TAR è molto veloce nel decidere e magari si riescono alla fine a bloccare certi comportamenti poco chiari.
La lettera di Nunzia:
Mi dispiace essere cinica, ma la realtà è che i concorsi all’Arpa sono banditi esclusivamente per sistemare i precari che già vi lavorano; è come al solito vergognoso giocare con le speranze di chi continua a illudersi e a credere che lo studio e la preparazione possano “eludere” meccanismi sabotati in partenza.
Non capisco perchè non facciano concorsi interni così da dare finalmente ai precari la possibilità di rendere certa la propria posizione. Non è giusto indire un concorso pubblico e truccarlo già in partenza; io, come tanti altri abbiam speso soldi e tempo per studiare e per raggiungere la sede del concorso!
Parlo di quello tenutosi il 21/5 all’Arpa Lazio. La prova scritta doveva svolgersi su argomenti quali DIRETTIVA NAZIONALE E COMUNITARIA IN CAMPO AMBIENTALE, INDICI BIOTICI (IBE, IFF, FITOPLANCTON,..), TECNICHE DI CAMPIONAMENTO E CLASSIFICAZIONE DI MICRORGANISMI RILEVANTI IN CAMPO AMBIENTALE E SANITARIO, METODOLOGIE E TECNICHE DI ANALISI, VALUTAZIONE E MONITORAGGIO DELLE MATRICI AMBIENTALI, METODOLOGIE E TECNICHE DI ANALISI BIOLOGICHE, MICROBIOLOGICHE ED ECOTOSSICOLOGICHE!
Alla fine le domande della prova scritta eran tutte sulle acque (dopo aver studiato tutte le matrici ambientali indicate nel programma di studio),non c’era neanche una domanda sugli INDICI BIOTICI e gran parte delle domande erano frustranti per un biologo;anche con un anno di studi sarebbe stato impossibile rispondere, perchè eran fattibili solo per chi ci lavorava;che senso ha chiedere valori limite o definizioni indicate nelle Leggi?i valori limite sono indicati nelle procedure di laboratorio ed è ovvio che solo chi ogni giorno esegue analisi, li conosca!domande tipo, cui tra l’altro ho tentato comunque di rispondere esercitando buon senso e fantasìa:
-definizione di ACQUE REFLUE INDUSTRIALI secondo il dlgs 152/06
-definizione di DISTRETTO IDROGRAFICO secondo il dlgs 152/06
-valori limite di temperatura x scarichi in acque superficiali secondo il decreto…
-trattamenti da effettuare su acque di categoria A1 destinate ad uso potabile secondo il decreto…
-valori limite dei parametri microbiologici…(ma non ricordo relativamente a cosa) secondo il decreto…
-parametri METEO-CLIMATICI da rilevare al momento del prelievo
-test biochimico per SALMONELLA spp.
-principio su cui si basa la tecnica MPN
-TEST ecotossicologico con DAPHNIA su acque reflue destinate a corpi idrici superficiali
-analisi microbiologiche di routine effettuate su acque destinate a consumo umano
Le domande erano 10 e si riteneva superata la prova scritta con 21/30, ovvero un minimo di 7 risposte esatte!
Escluse le ultime 5-6 accessibili per un biologo, anche rischiando una definizione per le acque reflue o per il distretto idrografico (ovviamente rivelatesi sbagliate al momento della verifica)ci son sempre quelle sui valori-limite praticamente impossibili da ricordare se non da chi ne abbia diretta esperienza ogni giorno!
alla fine dei conti, anche forzando qualche risposta, risulta arduo raggiungere i 21/30 richiesti!
Per superare la prova “bastava” leggersi la parte III della 152 e ripassarsi un pò di microbiologia ambientale, a fronte degli INDICI BIOTICI, DEL MONITORAGGIO E DELLE METODOLOGIE DI VALUTAZIONE DI ACQUA, SUOLO, ARIA, DELLE PRINCIPALI DIRETTIVE COMUNITARIE IN TEMA AMBIENTALE(niente sull’IPPC, su rifiuti, tecniche di bonifica, AIA)…a saperlo prima però!
Ti consiglio pertanto, oltre a studiare gli argomenti indicati nel bando, di tentare di fare uno stage presso l’ARPA a te più vicina o comunque di rivolgerti a qualcuno che ci lavora per farti consigliare sulle metodiche più utilizzate, sulle procedure seguite e quindi sui limiti e parametri contemplati da ciascuna!
Per il resto, non si sa mai, non voglio toglierti alcuna speranza, io stessa, appena sarà possibile, ci riproverò!
IN BOCCA AL LUPO!
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