Qualche tempo fa, abbiamo pubblicato la lettera di Marcello, un brillante laureato che ha scelto di fare il musicista di strada. Ne è seguita una discussione sia su bloglavoro che sul gruppo Facebook di Bloglavoro (a proposito, i lettori di bloglavoro sono tutti benvenuti, ci trovate su facebook come: “Redazione Bloglavoro” !)
A quella discussione ha partecipato anche Piero, che oggi ci racconta la sua storia, quella di una scelta diversa in cui si è reinventato da zero, senza ritenersi ancorato al titolo di studio e ampliando i propri orizzonti abbastanza da vedere più in là della realtà degli stage infiniti, dei lavori sottopagati e delle tante, troppe promesse per neolaureati. La parola a Piero.
Mi guardo nello specchio, e vedo riflessi 29 anni.
La mia laurea con 110, ottenuta con fatica in un momento critico della mia vita, non mi ha ancora aperto nessuna porta. Il progetto Erasmus mi ha cambiato la vida, ma nemmeno questo sembra interessare alle banche, alle aziende della GDO o al cristallino universo della lettura dei contatori dell’acquedotto cittadino.
Ebbene si, ho 29 anni, una laurea in Scienze Politiche vecchio ordinamento quadriennale indirizzo Politico-economico che quasi mi ci vuole più tempo a scriverne il titolo che a fregiarmene.
Penso di essere stato tra i pochi fortunati frequentanti il progetto “Leonardo da Vinci”, tre mesi di stage all’estero che, a detta degli organizzatori sarebbero stati utilissimi per trovare lavoro dopo la laurea.
Penso tutto questo, ma mi guardo nello specchio, e non vedo niente.
Ma io ti spacco in mille piccoli pezzi, dannato specchio, che se dovessi preoccuparmi di soli sette anni di guai vivrei tranquillo.
Guardo oltre te, specchio dannato, e vedo tante, tantissime cose.
Innanzitutto un post di bloglavoro del 30 maggio scorso: “Graduatorie di circolo e di istituto”. Requisiti per l’accesso all’insegnamento? I titoli previsti dal D.M. 30.01.1998 n. 39 e successive integrazioni modificazioni… ah beh, peccato che siano esclusi tutti quelli che, come me, abbiano conseguito la laurea dopo l’anno del Signore 2001. Proprio io che volevo essere (non “fare”) insegnante. Proprio io che nella coloratissima brochure presa in università al momento dell’iscrizione, lessi: “possibili sbocchi lavorativi: insegnamento”.
Ma sono uno che lotta io, mi sono anche iscritto al Comitato per la difesa dei diritti dei laureati in Scienze Politiche (http://comitatoscienzepolitiche.spaces.live.com anche qui ci vuole più tempo a scriverlo che a firmare la petizione online, andateci, per favore).
Ho anche scritto una lettera al preside della mia facoltà: non è giusto che ci escludano così dall’insegnamento. Nessuna risposta.
Poi rigiro tra le mani una cartolina. E’ per un master in management pubblico, il costo è di quasi 4000 euro, il coordinanemento è proprio del mio vecchio preside. Eccola qui la verità: i presidi sapevano già che ci avrebbero escluso dall’insegnamento, ma hanno ritenuto di non dire una parola, altrimenti le iscrizioni a scienze politiche sarebbero crollate. Adesso ci invitano alla loro conferenza: se la facessero da soli, a più di dieci anni di distanza da quel D.M. 30.01.1998, con i loro alberghi e voli pagati.
Stavo guardando oltre lo specchio.
E’ proprio una splendida fender stratocaster quella che vedo.
Già, in Erasmus ho anche imparato a strimpellare la chitarra.
E se insegnassi a farlo agli altri?
Ecco, così è cambiata la mia vita. Ho riempito la città di bigliettini stampati con la mia fedele hp anteguerra, ed in meno di un mese davo lezioni private di chitarra a 7 euro l’ora. Dieci a domicilio. Non fai uno stipendio, non vai in pizzeria, ma almeno non lavori dieci ore al giorno sabato compreso e domenica ogni tanto in una agenzia immobiliare che ti da 800 euro al mese ma devi utilizzare la tua auto, il tuo telefono, e ti costringe a pagarti delle cene “aziendali” stratosferiche in locali alla moda dove tutti sono felici e sorridenti. Ma che caxxx c’avranno da sorridere, che non riescono nemmeno a pagare le bollette dell’Enel?
Sono quasi felice, mi prendo le mie piccole soddisfazioni.
Ho un piano ricaribile nel cellulare. Invio il mio CV a tutti quegli uffici che ti pagano a provvigione, ti fanno lavorare come fossi direttore generale e quando non vendi ti mandano via. Mi richiamano tutti.
Avvero i sogni di gente che da una vita desiderava imparare a suonare. Conosco gente fantastica che mi riempie di dolci e chitarre. E, soprattutto, di umanità.
Ho persino un sito internet, che allestirò, prima o poi (chitarragrosseto.altervista.org).
Non so nulla di teoria musicale, non so leggere il pentagramma, ma se vuoi imparare a suonare senza troppa teoria, è da me che devi venire. Anche perché la teoria che ho studiato per tutta la vita, a me è servita davvero poco. Non siete d’accordo? Allora ho il master che fa per voi. Management pubblico, costa 4000 euro, rateizzabili. Se interessa chiamatemi che sono amico personale dell’organizzatore.