Sciopero e picchettaggio nella fabbrica della Fiat di Termini Imerese e nelle aziende dell’indotto, ma anche volantinaggi in autostrada e stazioni bloccate. Gli operai protestano contro l’ipotesi di riconversione dello stabilimento che secondo, quanto annunciato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, dal 2012 non assemblerà più auto. Secondo la FIOM, ma anche secondo FIM e UILM, allo sciopero hanno aderito tutti gli operai.
“Mi riesce difficile capire perché la FIAT abbia annunciato oggi per il 2011 la chiusura di Termini Imerese come stabilimento che produce automobili”. Lo ha ribadito il segretario nazionale della CGIL Guglielmo Epifani intervenendo all’incontro organizzato dalla segreteria provinciale del sindacato di Trapani ‘Dal territorio le risorse per lo sviluppo’. “Non riesco a darmi una risposta – ha evidenziato Epifani – perché era la stessa FIAT che, non più lontano di un anno e mezzo fa, polemizzava con la Regione Sicilia perché non rispondeva con coerenza agli accordi di programma; allora, la FIAT, non diceva che Termini Imerese non era adatta a produrre auto e chiedeva alla Regione di essere coerente”.
“Questa scelta della FIAT su Termini Imerese noi non la possiamo accettare” ha poi aggiunto il leader della CGIL, spiegando poi che “se oggi il mercato dei prodotti automobilistici è crollato dal 25 al 40 per cento è più che comprensibile che abbia il bisogno di mettere i lavoratori in Cassa integrazione, ma nessuno può sapere quale sarà il livello della domanda tra due o tre anni, nessuno sa oggi che cosa chiederà il consumatore di domani, e non essendo possibile avere una risposta, un po di saggezza indicherebbe che la FIAT continui con gli strumenti degli ammortizzatori sociali, ma non decida oggi quello che chiuderà fra tre anni”.
Alla fine della mattinata di proteste è la Segretaria della CGIL Sicilia Mariella Maggio a far sapere che “Fino a quando non arriveranno risposte positive e concrete dalla Fiat le iniziative di lotta a Termini Imerese continueranno”.