Ci chiedono in molti quale sia il limite di guadagno per lavorare in proprio senza la partita iva. Al momento esistono in realtà due limiti. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
L’INPS, viste le modificazioni normative in materia di lavoro occasionale di tipo accessorio ex art. 70, D.lgs. n. 276/2003, con particolare riguardo all’ampliamento del campo di applicazione (studenti, casalinghe, pensionati, percettori di prestazioni integrative del reddito) e all’estensione, in alcuni casi, a tutti i settori produttivi, fornisce importanti precisazioni sull’utilizzo di tale tipologia contrattuale. In particolare fornisce chiarimenti sul limite di guadagno netto e guadagno lordo che l’art. 7, D.L. n. 5/2009, legge n. 33/2009 non aveva chiarito.
In particolare precisa che il limite del compenso di 5.000 euro per anno solare, con riferimento al singolo committente, va inteso, in analogia con i criteri che regolano le posizioni assicurative nella gestione separata, come netto per il prestatore di lavoro. Conseguentemente, per il committente il limite reddituale risulta fissato in 6.660 euro.
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