La Metis, nota agenzia di selezione del personale, con sedi in tutta Italia, non è la prima volta che si distingue per metodologie poco ortodosse nel trattare i propri lavoratori. Già nel marzo scorso, si era altamente disinteressata di procedure e leggi, aveva scavalcato tranquillamente i sindacati e tentato di agire di furbizia inviando 68 lettere di licenziamento individuali. Così facendo, invece di procedere regolarmente a un ammortizzatore come la cassa integrazione o a una qualsiasi altra proposta quando si tratta di tanti licenziamenti, ha pensato di sorvolare su leggi e procedure trattando i 68 dipendenti come singoli, come se chi riceveva la lettera di licenziamento fosse l’unico ad essere licenziato. “L’azienda in questo modo” ha affermato subito con decisione la CGIL “cerca di sottrarsi alle regolari procedure di consultazione sindacale previste in questi casi, isolando ed indebolendo, così, il lavoratore“. Un’idea tra l’altro piuttosto ingenua, verrebbe da commentare, sicuramente da non addetti ai lavori. Stupisce quindi che ad attuarla sia proprio un’agenzia come la Metis.
Ma il prode amministratore delegato e consiglio di amministrazione da cui era partita questa iniziativa, ha voluto bissare con una trovata ai limiti del surreale. Si decide di licenziare altri 150 dipendenti e questa volta, invece che l’annuncio per lettera arriva… un video messaggio!!!
Ci chiediamo che genere di selezione del personale si possa fare alla Metis se la conoscenza del diritto del lavoro e soprattutto della deontologia professionale sul luogo di lavoro sono a questo livello!
L’amministatore delegato Pier Mario Donadoni, compare in un filmato casalingo in cui annuncia che la Metis è come una barca che rischia il naufragio: “Per evitare che affondi, 150 di voi saranno lasciati a terra”. Ma badate bene, sottolinea, saranno lasciati a terra con un percorso di ferie forzate, mica buttati in mare!
Ma complimenti davvero, anche qui la competenza in materia del diritto del lavoro abbonda!
Il filmato, che potete vedere qui: http://milano.repubblica.it/multimedia/home/7314673 è stato fatto girare sulla rete interna agli uffici e i lavoratori Metis se lo sono ritrovati sul loro desktop una bella mattina, come se niente fosse.
Qualcuno di questi lavoratori non ha gradito e forse, con qualche conoscenza in più del codice civile, si è rivolto ai sindacati che sono intervenuti. Il creativo amministratore delegato è stato rimosso dal suo incarico pochi mesi più tardi, ma non si sa se come punizione per i metodi eclettici di siluramento del personale o per il biennio di netta perdita dell’azienda.
Alla Metis un consiglio spassionato: il prossimo amministratore selezionatelo meglio 😉