“Nella calura agostana e nell’assordante silenzio mediatico il Governo sta per produrre il più grande licenziamento di massa nella storia della Repubblica.” Cominciava così la lettera di un docente precario, probabile neo-licenziato, che abbiamo pubblicato solo pochi giorni fa.
* SE AVETE NOTIZIE DI ALTRI SIT-IN E PROTESTE OLTRE A QUELLI ELENCATI SOTTO, SCRIVETECI PER AGGIORNARE L’ELENCO. I giornali non ne stanno dando notizia, ma è necessario che le informazioni girino altrimenti la protesta non si amplia *
E da ieri, la situazione drammatica per molti dei docenti che si trovano da settembre senza lavoro, è sfociata in diverse proteste. Di seguito la mappatura di quello che sta succedendo nelle varie regioni e che i giornali stanno in gran parte tacendo:
Benevento: il 29 agosto un gruppo di 7 donne del Comitato insegnanti precari sale sul tetto dell’Ufficio scolastico provinciale (l’ex provveditorato agli studi) e minaccia di non scendere fino a quando non avranno risposte sui tagli. Sono ancora lì, dicono che faranno come gli operai della Innse. Il cantautore Francesco De Gregori, ieri a Benevento per un concerto, ha offerto il palco a queste donne per dar voce alla protesta dei docenti precari.
Caserta: 29 agosto, marito e moglie, entrambi insegnanti precari, rimasti senza posto di lavoro hanno scavalcato una finestra dell’ufficio scolastico provinciale di Caserta, minacciando di lanciarsi nel vuoto.
Trapani: 27 agosto, un gruppo di insegnanti ha occupato per alcune ore i locali dell’Ufficio Scolastico Provinciale per protestare contro i tagli.
Venezia: 28 agosto, si è svolto un sit-in di docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) davanti all’Ufficio Scolastico Provinciale.
Palermo: due assistenti tecnici di laboratorio (ITP) rimasti senza contratto sono al quinto giorno di sciopero della fame ma hanno rifiutato il ricovero in ospedale consigliato dai medici del 118. “Non molleremo fino quando non avremo risposte”, dicono Giacomo Rizzo e Francesco Paolo Di Maggio.
A Milano e Torino i docenti di tutti i gradi scenderanno in piazza il primo settembre: nel capoluogo lombardo si incateneranno davanti al provveditorato “fino al ritiro dei tagli”.
Di sicuro c’è che questo settembre i 286 mila supplenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento tremano: a 40/45 anni potrebbero perdere definitivamente il lavoro, mentre per i 473 mila iscritti nelle graduatorie d’istituto (senza abilitazione) le speranze di essere chiamati sono davvero poche.