Il caso INNSE, come avevamo previsto al tempo della protesta, ha finito per fare scuola. Eppure non molti sanno che la vittoria degli operai Innse è tutt’altro che tale: passato il momento di popolarità mediatica, sono ripiombati nel nero delle trattative a oltranza e non è detto che qualcuno non debba infine tornarci sulla gru, per protestare. Per il momento (ieri) è stato raggiunto un accordo in Prefettura sulla cessione delle macchin dell’azienda tra Camozzi (società che rileva tutto), la Genta (attuale e contestata proprietaria), più la Mpc di Vicenza e la Nuova Lombarmet di Milano, ovvero le due aziende che avevano già acquistato parte dei macchinari tramite la Genta. La Provincia di Milano ha stanziato 100mila euro come ammortizzatore sociale per gli operai Innse.
Morale: la protesta era partita per non permettere la vendita dei macchinari e si conclude con la vendita dei macchinari. Dov’è la vittoria? Le porga la chioma…
Nonostante ciò, è diventato ormai un mantra per chiunque indica uno sciopero o una protesta: “Faremo come gli operai della Innse”. E lo fanno, dagli operai ai professori sui tetti. Risultati? Pochi. Al momento, a seguire l’esempio degli operai Innse ci sono due aziende di rilievo del milanese: Esab di Mesero e Metalli Preziosi di Paderno Dugnano.
Gli operai della Esab sono stati quindici giorni sul tetto della fabbrica di Mesero per ottenere poco o nulla. Come commenta uno di loro dal blog istituito appositamente “quelli del tetto”: “L’assemblea ha deciso di firmare (52 voti a favore e 8 contrari). Non è un ottimo accordo, soprattutto per quanto riguarda il ricollocamento (da quell’orecchio l’azienda non ci sente). Abbiamo migliorato le condizioni d’uscita, sopratutto per chi verrà accompagniato alla pensione (integrazione fino al 90% dello stipendio), per gli altri 2 anni di cassa integrazione ed incentivo all’esodo di 24.000 euro per chi va in mobilità volontaria. Niente garanzie per quelli che vengono ricollocati presso la sede di Peschiera Borromeo. Bicchere mezzo pieno o mezzo vuoto?“. Direi con un filo di acqua appena…
La Metalli Preziosi di Paderno Dugnano invece ha appena cominciato la protesta: 80 impiegati su 125 in cassa integrazione. Poche ore fa, insieme agli operai della Lares, altra azienda di Paderno, hanno occupato la via Comasina e per loro parla Antonio Cribiù della FIOM: “Domani saremo in Provincia e per lunedì abbiamo richiesto un incontro urgente in Regione non per il ricollocamento dei lavoratori non si sa dove ma per creare condizioni che permettano di individuare uno o più imprenditori disposti a proseguire le attivita’ della Lares e della metalli Preziosi a Paderno Dugnano” (fonte ANSA)
Vedremo. Forse però è meglio non augurargli la “vittoria” della INNSE.
Articoli correlati: