Nelle discussioni aperte su questo blog su indennità di disoccupazione e cassa integrazione, ci vengono segnalati spesso i ritardi di pagamento o i mancati pagamenti di quanto previsto da questi ammortizzatori sociali. Mentre per la cassa integrazione inizia ad essere una questione di mancanza di fondi dell’INPS, per l’indennità di disoccupazione si è generato un problema ulteriore oltre a quelli già segnalati. Vediamo di fare il punto sulla situazione.
Con il messaggio 20300 del 10 settembre 2009, l’INPS ritorna sul rapporto tra diritto all’erogazione dell’indennità di disoccupazione in caso di sospensione del lavoratore, e del contributo da parte dell’ente bilaterale.
Il messaggio è, forse volutamente, molto ambiguo: da un lato riafferma in termini molto secchi la condizionalità del contributo dell’ente bilaterale ai fini del perfezionamento del diritto del lavoratore, il che ha portato alcune sedi (per certo quelle dell’Emilia Romagna) a bloccare i pagamenti in assenza di convenzione firmata con l’ente bilaterale; ma dall’altro dichiara che “in assenza di convenzione firmata, le domande di disoccupazione sono da considerarsi domande di CIG in deroga da inviarsi alle Regioni per le rispettive autorizzazioni”. Quindi???
Nell’attesa che gli impiegati, dirigenti e compagnia capiscano cosa fare, che gli enti interessati si decidano a un confronto per trovare una soluzione, migliaia di lavoratori rimasti disoccupati non stanno ricevendo l’indennità di disoccupazione. Questo significa per molte famiglie la sospensione della rata del mutuo, oltre agli ovvi problemi di non arrivare nemmeno alla prima di settimana.
La CGIL si è interessata della questione e comunica che ha tentato di contattare la Direzione Generale dell’Inps nazionale per segnalare come “il messaggio ha come effetto il blocco dell’esame delle domande depositate presso le sedi, con evidente aggravio delle condizioni delle persone, mentre la discussione tra le parti sociali, e all’interno delle diverse strutture bilaterali, necessita del tempo (e del rispetto) dovuti. Informalmente, dall’interno dell’INPS ci si dice di dare al messaggio l’interpretazione secondo cui tutte le domande senza il contributo dell’EB siano da considerare domande di CIG in deroga.”
Ma dando questa interpretazione si va incontro ad altri due ‘blocchi’, ovvero le realtà in cui l’ente bilaterale ha restituito la convenzione firmata, sono autorizzate a seguire due strade distinte:
– Indicare nella distinta di erogazione dell’indennità la quota dell’importo attribuibile all’EB;
– Erogare separatamente le quote di spettanza dell’Inps e dell’EB;
Sempre secondo la CGIL “la seconda ipotesi (erogazioni distinte da parte dell’EB e dell’Inps per le quote di spettanza) è palesemente inaccettabile, perché foriera di infinite tribolazioni per le persone (andare in due posti per avere erogata una miseria…), ed è in contraddizione con la lettera della legge e dell’accordo governo/Regioni, perché lì si parla sempre di contribuzione della bilateralità (o delle Regioni) ai fini contabili di regolazione tra le amministrazioni, ma mai di importi distinti.”
Inoltre, la contribuzione degli EB, pur dovendo essere “almeno pari al 20% dell’indennità di disoccupazione” (e quindi del 12 o del 7,5 a seconda si tratti di ordinaria o con requisiti ridotti), è differenziata tra i vari Enti, il che rende la stessa controllabilità da parte dell’Inps difficile.”
La morale è comunque che, nello stallo dell’indecisione, le domande sono fattivamente bloccate e il contributo non arriva alle famiglie che invece ne hanno urgente bisogno.
E’ necessario a questo punto monitorare con attenzione le disponibilità economiche giacenti presso le Regioni e la loro congruità a fronte delle domande affluite, e segnalare tempestivamente l’esaurirsi delle risorse. Dove sono esaurite? Dove si tratta solo di blocco delle domande ma i fondi ci sono? Sono tutte notizie che non arrivano, non si raccolgono e questo è davvero inaccettabile.
Cosa suggerire a chi si trova disoccupato e con l’indennità bloccata? Prima di tutto di rivolgersi alla sede INPS a cui ha inoltrato la domanda. Lì sapranno dare maggiori ragguagli sulla situazione regionale e sapranno fornire tempistiche più concrete sull’arrivo o lo sblocco dei fondi. Inoltre è possibile rivolgersi ai patronati locali perché, nell’eventualità che la situazione sia veramente difficile, possano interagire loro presso l’Inps per trovare una soluzione individuale, magari usufruendo di altri tipi di ammortizzatori sociali.
Rimane poi il suggerimento dato dal Presidente del Consiglio Berlusconi a coloro che sono rimasti disoccupati: trovatevi qualcosa da fare. No comment.