Alla fine è valso l’accordo separato. Alla fine ci sono 112 euro in più. Dopo le lunghe discussioni e le accuse di illeciti, è stato firmato il nuovo contratto, anche se la Fiom CGIL continua a considerare l’intesa illegittima.
Sul sito della Fiom da questa mattina campeggia in grande una citazione dal discorso di Rinaldini: ” La Segreteria nazionale della Fiom esprime un giudizio negativo sull’accordo separato e chiede il referendum di tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici.
Il Contratto non è proprietà dei sindacati ma delle lavoratrici e dei lavoratori.” e nel frattempo sembra che in diverse parti d’Italia stiano partendo gli scioperi spontanei. Sarà un nuovo autunno caldo? Dipende dalle adesioni.
D’altro avviso il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi che ha affermato: “La sottoscrizione del contratto dei metalmeccanici in tempi brevi e con rilevanti contenuti di welfare conferma la positività del nuovo modello contrattuale e la semplificazione delle relazioni industriali che grazie ad esso si sta realizzando. Le nuove regole infatti tolgono al contratto nazionale quell’improprio carico di significati – anche di carattere ideologico – facendone un momento importante ma inserito in un continuo contesto di interazione tra le parti sociali nella dimensione dei territori e delle aziende“.
In pratica, comunque: accordo raggiunto sul contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, ma senza la firma della Fiom, esclusa dall’inizio dal tavolo delle trattative. Fim-Cisl e Uilm e Federmeccanica alla fine hanno concordato un aumento medio di 112 euro lordi al mese. Il presidente di Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi, ha definito l’accordo “Un accordo molto buono e responsabile nei confronti dei lavoratori, delle aziende e del Paese”.
Come dire: di più non si poteva, inutile protestare ulteriormente. Ed è abbastanza credibile, viste le condizioni delle aziende in questo Paese…