Sono due notizie apparentemente lontane tra loro e scollegate, ma in realtà sono solo due aspetti della stessa crisi economica che in Italia non accenna a sparire.
Da una parte, Fipe-Confcommercio che tira le somme e comunica che nel 2009 per la prima volta si sono registrate più chiusure di locali che nuove aperture. Un dato drammatico, se si pensa che nel biennio precedente, 2006-2008, la ristorazione aveva segnato una netta crescita, con 131 mila esercizi aperti nel solo 2008. Poi è arrivata la crisi e la crisi ha portato man mano le chiusure. Il direttore di Fipe Confcommercio afferma addirittura che questo dato “dimostra come i deboli segnali di ripresa non trovino riscontro nella realtà delle imprese che vivono di consumi interni“. Torniamo quindi al nostro discorso: per i governanti è solo ‘crisi percepita’, un’illusione da suggestione collettiva, ma per i lavoratori e soprattutto i piccoli imprenditori, la crisi è reale e tangibile.
Così c’è chi, pur tutelato da stipendio sicuro – per quanto magro – e qualche agevolazione in più che solo l’impiego statale può ancora fornire, approfitta di ferie e malattie per una seconda attività, questa volta la più antica del mondo. Verrebbe da sorridere se non fosse vero, a parlare del caso è La Tribuna di Treviso, non a caso in una delle province più colpite dalla crisi. A quanto pare un’impiegata pubblica, “piacente quarantenne”, aveva trovato il modo di arrotondare lo stipendio facendo la squillo nel proprio appartamento e il giro si era così allargato da non bastarle più le ore extra-lavorative, aveva cominciato ad utilizzare anche permessi per malattia. Il presidente della provincia di Treviso ha gridato allo scandalo per la questione morale della faccenda, affermando che gli impiegati statali hanno stipendi dignitosi e sufficienti (affermazione abbastanza contestabile, ci sono impiegati statali fulltime che non raggiungono i 600 euro al mese) e che la sua condotta ledeva l’immagine di tutti gli impiegati statali. Perché, se avesse fatto la lavapiatti in un ristorante o pulito gli uffici di notte, avrebbe dato un’immagine migliore di come devono vivere molti impiegati statali?
Infatti, il reato è un altro, ovvero l’esercizio di una seconda attività a fronte di un contratto statale a tempo indeterminato. Sarebbe possibile solo se, per esempio, fosse stata approvata la tanto promessa possibilità per i dipendenti pubblici di chiedere un anno di aspettativa per aprire un’attività in proprio.