Quello di oggi venerdì 11 dicembre doveva essere una delle più grosse mobilitazioni dell’autunno, con numeri importanti visto che si mobilitava tutto il comparto statale, dalla scuola (che da sola di solito riesce a muovere cifre consistenti) agli impiegati dei ministeri, enti locali, sanità…. La CGIL si aspettava una partecipazione di più di 3milioni di persone in una giornata di piazza, invece erano 200mila in piazza e gli altri a fare shopping evidentemente, visto che per lo sciopero hanno firmato in parecchi ma in piazza si sono presentati ben pochi. Sciopero che, neanche a farlo apposta, cade di venerdì in una settimana di ponte… ma quanto vogliono essere presi sul serio?
La mobilitazione prevedeva tre cortei. Uno a Roma e altri due, inter-regionali, a Milano e Napoli. Teoricamente la scuola sfilava a Roma e l’amministrazione pubblica a Milano e Napoli.
La protesta era massimamente diretta contro la finanziaria che non prevede al prossimo varo le risorse sufficienti ed adeguate per i rinnovi contrattuali dei comparti statali, soprattutto dei comparti formazione, scuola e ricerca.La Funzione Pubblica della CGIL pone invece come tema centrale di rivendicazione un Contratto Nazionale che aumenti la capacità di acquisto delle retribuzioni, valorizzi le professionalità, consolidi una parte significativa del salario accessorio e sostenga l’importante ruolo delle RSU, dando spazio ad una contrattazione integrativa che premi la produttività collettiva orientata al miglioramento dei servizi per gli utenti. Forti le critiche del Sindacato dei lavoratori pubblici verso la finanziaria, che non prevede stanziamenti per il rinnovo dei contratti, ma anche per i tagli al salario accessorio in caso di malattia, previsti dalla Legge 133/09.
Centrale per entrambe le categorie risulta la questione degli stanziamenti dei fondi, che vengono giudicati insufficienti per i rinnovi dei contratti, ma anche la questione della precarietà, in progressivo aumento in tutti i settori pubblici, per la quale si chiedono risposte rapide.
Certo è che gli scioperi fatti in questo modo lasciano il tempo che trovano e anzi, istigano i lavoratori precari e i non-statali a non sostenere le proteste dei colleghi rei di avere un posto presumibilmente fisso e di andare a spasso indicendo strategici scioperi del venerdì in settimane di ponte. Suvvia, un po’ di serietà almeno in questo!