L’ISTAT fotografa un mercato del lavoro che “continua a deteriorarsi” e un paese dove non solo diventa sempre più difficile trovare un impiego ma anche nel quale cominciano a perdere il posto non solo i precari ma anche coloro che hanno un impiego ‘standard’, ovvero un contratto da dipendente a tempo pieno e indeterminato. Rivista al rialzo anche la stima sulla disoccupazione di ottobre – diffusa nelle scorse settimane – che porta il tasso dei senza lavoro all’8,2% (il dato provvisorio era dell’8%) e i disoccupati nel mese a 2.039.000 unità (invece di 2.004.000).
“La dura realtà dei fatti alla lunga supera dunque ogni tipo di propaganda: adesso siamo ad uno snodo chiave è il momento delle responsabilità e delle azioni concrete”, afferma il segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, circa le stime diffuse oggi dall’ISTAT. Un’analisi, rileva il dirigente sindacale, che “fotografa gli effetti reali della crisi sull’occupazione che si era cercato di nascondere dietro un ingiustificato ottimismo di facciata”. Ma soprattutto, aggiunge, “sono dati purtroppo in continuo peggioramento, nonostante il più ampio ricorso agli ammortizzatori sociali, con centinaia di migliaia di persone tutti i mesi in Cassa integrazione, e che confermano le tendenze negative per il lavoro nel 2010”.
L’incontrovertibile verità dei numeri fanno dire a Fammoni che “occorrerebbe da subito produrre il massimo sforzo per prolungare le tutele e ampliarle a chi ne è privo, così bloccare i licenziamenti e far ripartire la produzione e lo sviluppo in maniera consistente. Ma se l’obiettivo centrale per lo sviluppo è non chiudere imprese e non perdere lavoro – conclude Fammoni – la inadeguatezza della Legge Finanziaria, che oggi sarà approvata con l’ennesimo voto di fiducia, è sotto gli occhi di tutti”.
Ritornando alla rilevazione, l’ISTAT rileva che gli occupati complessivi nel terzo trimestre erano 23.010.000, 508.000 in meno rispetto allo stesso periodo del 2008 (-2,2%) e 120.000 in meno rispetto al secondo trimestre (-0,5%). Il dato tendenziale è il peggiore dall’inizio delle serie storiche (1992) e quindi anche di quelli segnati nella crisi del 1994 (con 492.000 posti persi nel primo trimestre). Il calo si è concentrato nell’industria in senso stretto (-307.000 posti con un calo del 6,1%) e nelle costruzioni (-4% pari a -79.000 unità) mentre i servizi hanno perso 97.000 posti (-0,6%).
L’Istituto di Via Balbo segnala come a questi numeri vadano comunque affiancati quelli sulla Cassa integrazione perché circa 281.000 persone ancora occupate hanno dichiarato di non aver lavorato o aver lavorato un numero inferiore di ore nella settimana di riferimento dell’indagine perché in Cassa. Il tasso di occupazione (tra i 15 e i 64 anni) ha il quinto arretramento tendenziale scendendo al 57,5% dal 59% del terzo trimestre 2008. Nella media del trimestre il numero delle persone in cerca di occupazione arriva a 1.814.000 unità (286.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2008), dato comunque superato da quello di ottobre che segna per i disoccupati quota 2.039.000 unità (299.000 in più rispetto a ottobre 2008). Nel terzo trimestre le forze di lavoro sono diminuite di 222.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2008 (-0,9%) e di 50.000 rispetto a un anno prima. Il calo dell’occupazione è dovuto soprattutto a quella dipendente (-330.000 posti) rispetto a quella indipendente (-178.000 posti). Tra i dipendenti hanno perso il lavoro soprattutto quelli a termine (-220.000 unità pari a un calo del 9,1%) ma anche una parte di coloro che hanno un impiego ‘standard’ (-110.000 unità pari a un calo dello 0,7%). La riduzione dell’occupazione ha riguardato soprattutto gli uomini (350.000 posti in meno con un -2,5%) ma anche le donne con 157.000 posti in meno e un -1,7%.
In termini geografici, gli occupati sono diminuiti soprattutto nel Nord (dove si concentra oltre la metà dei posti persi) con 274.000 posti in meno (-2,3% tendenziale) ma è il Sud che subisce il calo percentuale peggiore (196.000 occupati in meno con un -3%). Il Centro tiene con 38.000 occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2008 e un -0,8%. L’ISTAT segnala che la tendenza negativa per l’occupazione prosegue a ottobre. Gli occupati nel mese (dato non destagionalizzato) erano 23.002.000 con un calo del 2,5% rispetto allo stesso mese del 2008. La stima è rivista al ribasso rispetto a quella data due settimane fa dall’Istituto (23.220.000 occupati con un calo dell’1,7%). Secondo il dato grezzo rispetto a ottobre 2008 i posti persi sono 598.000.