Nonostante le decisioni di Fiat sulla chiusura dello stabilimento siano ormai definitive e non ci siano margini alla trattativa, questa mattina la produzione (se così si può chiamare visto che ormai è ai minimi) si è fermata nello stabilimento della Fiat a Termini Imerese. A cosa serve questo sciopero? A nulla. Davanti alla decisione di chiudere di un’azienda che vive di contributi statali e ha portato tutta la produzione all’estero, c’è ben poco da fare. O meglio, ci vorrebbe una legge che impedisca gli aiuti statali alle aziende che portano la produzione all’estero ma gli operai si limitano a chiedere la revoca della chiusura della loro fabbrica. Che però chiuderà, è già deciso.
Secondo la Fiom, l’adesione degli operai è totale. I lavoratori protestano contro la decisione della Fiat di non produrre più auto nella fabbrica siciliana a partire dal 2012. I delegati di Fim, Fiom e Uilm dalle 5 di stamattina hanno presidiato i cancelli della fabbrica, “ma nessun lavoratore – dice il segretario territoriale della Fiom, Roberto Mastrosimone – è entrato in fabbrica”. Le tute blu si raduneranno davanti alla fabbrica, dove sono attesi sei pullman con i quali i lavoratori raggiungeranno Palermo; è previsto un presidio davanti Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, che oggi pomeriggio si riunirà in seduta straordinaria proprio per affrontare il caso Fiat. Fim, Fiom e Uilm chiedono il mantenimento della produzione di auto e la salvaguardia dei posti di lavoro. Alla Fiat di Termini Imerese lavorano 1.350 persone, altre 600 sono occupate nelle aziende dell’indotto.