Come avevamo già annunciato nei giorni scorsi, il Centro ricerche di GlaxoSmithline di Verona si appresta a chiudere i battenti, come annunciano in queste ore i sindacati interni. A rischiare il posto di lavoro sarebbero “550 ricercatori ‘under 45’ anni, più 200 lavoratori collegati alla struttura. L’annuncio della chiusura – dice all’ADNKRONOS SALUTE Francesco Crespi, biologo e componente della Rsu di Glaxo Smithkline – è stato dato oggi a Verona dal capo della ricerca mondiale della multinazionale . E annunciato a Londra dal Ceo di Gsk”, Andrew Witty. Un’operazione che rientrerebbe in un piano di riduzione dei costi tagli di circa 4.000 posti di lavoro in tutto il mondo. L’operazione sarebbe legata “ai risultati 2009 dell’azienda, non all’altezza delle attese degli azionisti. Si poteva decidere tra un piano per aumentare gli introiti, e il taglio dei costi. Ed evidentemente – dice Crespi – si è scelta la via più facile”. Il Centro di Verona, rileva il biologo, rappresenta una realtà unica per la ricerca italiana. “La sua chiusura rischia di incidere negativamente non solo su Verona o la nostra Regione, ma sulla ricerca italiana”. A rischiare di andare a casa “sono ricercatori giovani ed eccellenti, oltre a circa 200 altri lavoratori impegnati nella produzione. Stiamo contattando i nostri referenti sindacali nazionali, che verranno lunedì a Verona – conclude – per coordinare un’azione comune”.
D’altro canto la multinazionale precisa che l’operazione non deve essere vista “in chiave punitiva per l’Italia. Sono in realtà sei in tutto il mondo i centri targati Gsk a dover chiudere i battenti, tra questi uno in Gran Bretagna ancor più grande di quello veronese”, fa sapere il braccio italiano della casa farmaceutica. L’Italia paga lo scotto “di far parte del network di studi sulle neuroscienze”, in poche parole di occuparsi di una ricerca impegnata in prima linea, negli stabilimenti Gsk, in un “settore dove ci sono più rischi” che gli studi non portino alla commercializzazione di nuove molecole. “Ma non c’è alcun accanimento sul nostro Paese”, assicurano dalla multinazionale.In soldoni, il comunicato ‘corporate’ abbatutosi oggi sul centro italiano come una doccia fredda, riconosce che i risultati economico finanziari del gruppo sono “abbastanza buoni”, ma ciò nonostante l’azienda opta per “un ampiamento del progetto di ristrutturazione”, che produrrà ulteriori economie. Queste “per il 70% saranno destinate a risparmi, e per il 30% reinvestiti”. Il “50% del programma di ristrutturazione, però, si abbatterà su 6 centri di ricerca tra Europa e Nord America”, Italia compresa, concludono dall’azienda.
Fonte notizie: ADNKRONOS Salute