Ieri, sabato 13 febbraio, c’è stato il primo sciopero nella lunga storia del gruppo dell’alta moda e outlet di Mariella Burani. Davanti alla settimana di sfilate alta moda a cui comunque la griffe parteciperà, i suoi 2200 lavoratori potrebbero ritrovarsi in mezzo a una strada. Lo sciopero infatti è dovuto alle conseguenze della dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Milano della controllante DBH (Burani Designer Holding), perché la ricapitalizzazione è ormai altamente improbabile e il gruppo si avvia a lasciare a casa 2200 lavoratori. L’Amministratore delegato del gruppo, Gabriele Fontanesi, starebbe preparando la domanda di concordato preventivo ma a decidere definitivamente la sorte di questi lavoratori sarà un consiglio di amministrazione che deciderà entro lunedì 15 febbraio. I lavoratori della Burani stanno protestando supportati dai sindacati, soprattutto FILTEA CGIL, per chiedere invece della chiusura il commissariamento attraverso il ricorso alla legge Marzano. Lavoratori e proprietà si ritroveranno comunque il 18 febbraio al tavolo convocato dal ministero dello Sviluppo economico.
In particolare la FILTEA CGIL chiede al Ministero dello Sviluppo Economico un incontro urgente sulla situazione del Gruppo Mariella Burani: la società di diritto olandese a monte del gruppo della moda Mariella Burani Fashion Group dichiara fallimento ma il tribunale ha stabilito ieri la competenza territoriale a Milano. Secondo i Pm, infatti, BDH avrebbe debiti per circa 18 milioni di euro sia verso le banche sia verso Mariella Burani Fashion Group, ma le passività potenziali, secondo la Procura, potrebbero essere vicine ai 40 milioni.
“Si rende assolutamente urgente – spiega la categoria dei tessili della CGIL – la convocazione, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, di una riunione per fare il punto sullo stato dell’insieme del Gruppo Mariella Burani per l’importanza economica e sociale che esso riveste”. Un incontro – che si rende urgente per la FILTEA per garantire prospettive future alle oltre 2.200 persone che lavorano all’interno del gruppo, più l’indotto – che a quanto si apprende dovrebbe tenersi il 18 febbraio presso la sede del ministero di Via Veneto.
Secondo la FILTEA “è indispensabile per altro che gli organi societari e la proprietà si assumano la responsabilità di fare tutto quello che è necessario e possibile per garantire la continuità di impresa e delle attività. Dove questo non si rendesse possibile, ogni strada che offra questa condizione, vedrà il sindacato e la FILTEA CGIL impegnati perché si creino i presupposti per conseguire il risultato, anche sollecitando il ricorso all’amministrazione straordinaria”.