La precarizzazione massiva degli insegnanti della scuola sembra andare avanti senza arresti. Nell’ultima settimana si è infatti assistito a due avvenimenti passati sotto silenzio da parte della stampa ma che faranno molti danni per il personale della scuola.
Il primo è il risultato dell’incontro tra i sindacati e il Ministero della Pubblica Istruzione che annuncia altri 25.600 tagli per il prossimo anno, il secondo è in pratica l’autorizzazione a instaurare contratti a tempo determinato in cui il precario rinuncia alla tutela del giudice del lavoro in caso di problemi.
Vediamo in dettaglio queste due novità.
Il taglio di altri 25.600 docenti per il prossimo anno scolastico
L’incontro del 10 febbraio, sugli organici del personale docente ci ha consegnato solo due certezze: il taglio di 25.600 posti per il prossimo anno scolastico e la situazione di caos che si verrà a creare nella scuola secondaria per effetto dei Regolamenti. “E’ inaccettabile che si proceda con la politica dei tagli indiscriminati all’istruzione, mascherati da riforme modernizzatici.” hanno affermato i sindacati di categoria. La FLC per queste ragioni avvierà una vasta e diffusa campagna di mobilitazione e di iniziative territoriali a difesa e tutela della scuola pubblica e della sua qualità, del personale docente, educativo e Ata e di tutto il personale precario.
“A questo punto,” afferma la FLC “lo sciopero generale del 12 marzo sarà una decisa e coerente risposta a chi intende impoverire le scuole e fare cassa con il futuro del nostro paese”. Intanto, però, l’esperienza degli ultimi due anni ci ha insegnato che non ci sono proteste valide contro queste decisioni del Ministero della Pubblica Istruzione, quindi con molta probabilità ci saranno altri 25.600 disoccupati della scuola.
Fine alla tutela del giudice del lavoro per i lavoratori precari della scuola
Si tratta dell’ennesimo disegno di legge “ad hoc” . Il nuovo disegno di legge che porta il numero 1167- B ha compiuto il suo “iter” al Senato e, secondo i promotori, dovrebbe poter esplicare ben presto i propri effetti.
Si tratta in sostanza di un tentativo di reiterare l’ormai dimenticato decreto 112/2009 del 25/06/2008, dichiarato incostituzionale con sentenza 214/2009, tendente ad arginare i poteri del Giudice del lavoro, in evidente contrasto con il principio della “efficacia diretta verticale” della normativa europea su quella degli Stati membri. Attraverso clausola compromissoria, se approvato, consentirà al datore di lavoro – in sede di sottoscrizione del contratto a termine – di imporre al lavoratore, un contratto “certificato” relativo a “una prestazione di lavoro secondo la procedura volontaria” e la conseguente rinuncia alla tutela del Giudice del Lavoro.
“Nei casi di conversione del contratto a tempo determinato, il giudice ”potrà condannare il datore di lavoro al risarcimento del lavoratore stabilendo un’indennità onnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto”
Fonti delle notizie: Federazione Lavoratori della Conoscenza, Agorà scuola