Dati pesanti e che delineano purtroppo prospettive fosche per il 2010. Per il segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, infatti, questo sarà un anno “difficilissimo per l’occupazione” e per invertire questa tendenza chiede “atti concreti e non ottimismo di facciata”. Il dirigente sindacale, con delega al mercato del lavoro, rileva come “a un anno di distanza dai primi gravi effetti della crisi il dato dell’occupazione continua a peggiorare. E’ questa non solo la conferma della pervasività della crisi in tutti i settori produttivi ma di come il perdurare di questa situazione fa peggiorare addirittura i problemi storici dell’occupazione italiana”.
Secondo Fammoni “se si vuol dire la verità non solo da gennaio dello scorso anno, periodo non neutro ma già gravato dagli effetti della crisi, cala il numero degli occupati, aumenta il numero dei disoccupati e sale ancora il numero degli inattivi; ma incredibilmente aumenta il tasso di disoccupazione giovanile (pari al 26,8% con una crescita dello 0,3% rispetto a dicembre 2009 e del 2,6% rispetto a gennaio dello scorso anno, ndr) che già era il più alto d’Europa”. Un dato, quest’ultimo grave e che conferma “il capolinea della ideologia della precarietà: i giovani con contratto precario infatti continuano ad essere i primi che pagano gli effetti della crisi”.
Sottolineando, inoltre, le “tantissime persone che esauriranno senza ritrovare lavoro i periodi di indennità di disoccupazione e resteranno senza nessuna tutela, così come i tanti altri che sono già privi di tutele”, secondo Fammoni non si può “naturalmente tentare di minimizzare questi dati”; invece, “occorre fermare i licenziamenti, garantire le tutele, affrontare le vertenze sulla base di un progetto di politica industriale, servono risposte immediate sul fisco per lavoratori dipendenti e pensionati, rendere immediatamente cantierabili le risorse per le infrastrutture.