Gli studi di settore, ormai incubo costante di professionisti, piccole imprese e commercialisti, pare che quest’anno vengano fatti corrispondere maggiormente agli indici di crisi anche se, come in passato, Gerico verrà tarato su indici medi di guadagno. Dagli indici medi, infatti, sono escluse per esempio tutte quelle imprese che hanno chiuso a causa degli introiti troppo bassi. Continuerà quindi ad avere molta importanza la fase di contraddittorio in cui si informa l’Agenzia delle Entrate di non aver raggiunto il tabellare stabilito da Gerico. Va sottolineato che molti per paura o malconsigliati dai commercialisti si sottraggono a questa procedura, preferendo pagare l’adeguamento ai risultati dello studio di settore piuttosto che utilizzare il contraddittorio. La procedura di contraddittorio è invece semplice e a unico beneficio del contribuente: se non ha raggiunto il limite stabilito, situazione che ormai accomuna molte aziende, dovrà pagare una tassazione inferiore con il benestare dell’AE.
In quanto poi alla questione ‘redditometro’ usato presumibilmente in supporto a Gerico, va sottolineato che un cambiamento c’è stato: ora nei documenti dell’Agenzia delle Entrate, in particolare la circolare 12/E/2010, si parla di utilizzo di ulteriori elementi a supporto di Gerico che denotino una capacità contributiva “significativamente superiore a quella espressa dai redditi dichiarati”, tenendo conto dell’esistenza di redditi di diversa natura (affitti da immobili, per esempio). Quindi non è il risultato del redditometro che viene utilizzato a supporto di Gerico, ma semplicemente alcuni elementi derivanti dallo stesso.
Non ultimo, continua la collaborazione stretta tra amministrazione e professionisti, tanto che sul portale dell’amministrazione finanziaria sarà a disposizionea brevissimo una procedura telematica per la segnalazione tempestiva delle situazioni che non sono ancora rappresentate dagli studi, anche dopo la reimmissione dei correttivi (2008 e 2009). Sui benefici dei correttivi si legge sul Sole24Ore di oggi: “Nel 2009, secondo i dati forniti dall’amministrazione, lo strumento dei correttivi è stato efficace. Quest’anno si rettifica parzialmente il tiro, escludendo alcuni indici e guardando al minor utilizzo degli impianti e ai ritardi nei pagamenti che colpiscono i professionisti. Certo, l’esito non è per nulla scontato. E i correttivi dovranno essere “pesati” nel momento in cui i contribuenti si troveranno a fare i conti con il programma di calcolo per la determinazione dei ricavi. Tenendo presenti due punti fermi. Da un lato, che gli studi di settore non obbligano i contribuenti ad adeguarsi ai risultati. E dall’altro che in base agli studi non è possibile porre in essere accertamenti automatici, ma è sempre necessario passare da una fase di contraddittorio con l’amministrazione. Chiamata a una prova di realismo non solo al centro, ma anche in periferia.”