Trentamila euro di risarcimento per danno esistenziale derivante dalle molestie subite sul posto di lavoro. Ha infatti diritto ad un maxi risarcimento per la lavoratrice vittima di molestie sul lavoro. Lo rileva la Cassazione nell’accordare a Maria Antonietta M., ex dipendente piemontese di una concessionaria di auto, piu’ di 30 mila euro di risarcimento a titolo di danno biologico e morale per le molestie sessuali subite dal capo. Secondo la Suprema Corte, “la particolare odiosiota’ del comportamento lesivo e quindi la notevole capacita’ di offendere i beni personali costituzionalmente protetti” da’ diritto ad un cospicuo risarcimento. (Adnkronos)
Non solo mobbing, quindi, ma anche danni esistenziali. Una sentenza importante, che va oltre la definizione di mobbing già esistente “Sono da ricondurre, nell’ambito della definizione di mobbing, tutti quegli atti e comportamenti posti in essere da datori di lavoro, capi intermedi e colleghi, che si traducono in atteggiamenti persecutori, attuati in forma evidente, con specifica determinazione e carattere di continuità, atti ad arrecare danni rilevanti alla condizione psico-fisica del lavoratore, ovvero anche al solo fine di allontanarlo dalla collettività in seno alla quale presta la propria opera“ (vedi Novità in tema di mobbing e persecuzione sul luogo di lavoro).
Per una guida sul come agire in caso di mobbing e molestie sul posto di lavoro, leggi la nostra guida Mobbing: cosa fare e come procedere