A quanto pare i pargoli di Confindustria risentono delle crisi e dopo due anni che la crisi c’è, si svegliano per lanciare un SOS. A chi, verrebbe da chiedersi. Come è ampiamente noto, l’associazione dei giovani imprenditori di Confindustria comprende per la maggior parte null’altro che i figli degli industriali, proprio quegli industriali di Confindustria che hanno fortemente voluto alcune pratiche comode e remunerative per loro, verso l’estrema precarizzazione del lavoro in questo Paese.
Verrebbe quindi da chiedersi se invece di questo pianto disperato non sarebbe stato il caso di guardare prima a quello che facevano e sceglievano i loro padri. Persino l’ultimo degli operai sa spiegare un concetto fondamentale dell’economia: se i dipendenti non vengono retribuiti il giusto e non hanno una certezza lavorativa a lungo termine, non comprano. Un precario, uno stagista, un interinale, un cassintegrato saranno più orientati ad acquistare l’auto di seconda mano o a non acquistarla affatto, per esempio. Se i giovani sono per il 30% disoccupati e per il restante in gran parte precari, è ovvio che non acquisteranno case, non accenderanno mutui, non faranno progetti a lungo termine con la conseguenza banalissima di un calo dei consumi in tutti i settori, con una reazione a catena che coinvolge dalla grande fabbrica di auto al piccolo negozio di alimentari, al dipendente statale che si vede tagliare lo stipendio perché le casse dello Stato sono a secco, grazie anche al molto minore gettito fiscale (dalle grandi aziende che possono evadere, alle piccole che chiudono).
Era prevedibile tutto questo? Sì. Gliel’avrebbe potuto illustrare l’ultimo degli operai.
Ma a quanto pare questa banalissima considerazione non è ancora alla portata dei nostri giovani virgulti di Confindustria. Federica Guidi, attuale presidente dei giovani imprenditori afferma addirittura: “Anche in economia, la depressione è uno stato psicologico. Per questo siamo preoccupati, come imprenditori e come italiani, come giovani italiani”. La depressione economica è uno stato psicologico?! In pratica ci basterebbe essere più allegri per tornare a spendere?
Alla presidentessa urge quanto mai uno stage di un mese in una famiglia di quattro persone con mutuo, marito cassintegrato e figli precari.
D’altra parte siamo in un Paese in cui i ‘giovani imprenditori’ hanno 40 anni... quanto sembriamo ridicoli all’estero dove questa è l’età degli imprenditori veri, non dei figli che si allenano a seguire le orme paterne!