Genova, 14 giu. (Labitalia) – Va a gonfie vele il mercato del lavoro degli ufficiali della marina mercantile italiana. Parola di Eugenio Massolo, presidente dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile, con sede a Genova, che a LABITALIA spiega il motivo per cui la crisi non ha affatto toccato il settore. “In quest’ultimo periodo – dice – non solo non abbiamo registrato un calo di allievi ai bandi di accesso alla scuola, ma non abbiamo ricevuto neanche una richiesta in meno di allievi ufficiali da parte del parco delle compagnie di navigazione che li fanno lavorare”.
“Il percorso professionale – precisa – è completamente gratuito. L’offerta formativa di base dell’Accademia si indirizza essenzialmente ai giovani che intendano intraprendere la carriera marittima come capitano di lungo corso o come direttore di macchina. Ai corsi per allievi ufficiali di navigazione e di macchina attualmente possono iscriversi solo i diplomati degli istituti nautici e degli istituti professionali del mare di tutta Italia nelle relative specializzazioni. In entrambi i casi l’accesso ai corsi è annunciato e regolato da bandi pubblici. Il 60% dei nostri allievi proviene dal sud e le donne rappresentano solo il 2% del totale degli iscritti, contro una media europea del 6-7%”.
“Esiste – spiega Massolo – una visione maschilizzata di questo lavoro, anche se a bordo delle navi di bandiera italiana le condizioni sono confortevoli. Certo ormai, anche gli uomini non navigano più per tutta la vita. Oggi un bravo ufficiale può diventare comandante di una nave già all’età di 33 anni quindi la carriera ‘termina’ in modo molto rapido”.
“L’Accademia – ricorda il presidente Eugenio Massolo – si sta trasformando e diventerà presto una vera e propria scuola di formazione, secondo standard di carattere internazionale”. Eppure non è tutto rose e fiori. “E’ necessaria la massima attenzione – sostiene – perchè ci vuole veramente poco per rovinare questo grande patrimonio professionale. Non dimentichiamo che rappresenta un elemento di garanzia della sicurezza e della qualità della navigazione e una filiera che non ha nulla da invidiare agli altri comparti”.
“Ma – rimarca Massolo – la competitività con l’estero è un fattore da non sottovalutare. Se il costo di lavoro per un ufficiale non varia se italiano o extracomunitario, le cose cambiano per il settore macchine che spesso non viene scelto a livello professionale. Certamente con la liberalizzazione le cose cambieranno, grazie anche ai corsi di allineamento che faciliteranno l’accesso alla scuola, anche se la diminuzione dei contributi statali sul ‘doppio registro’ rischiano di rendere meno competitivo il lavoro italiano con quello straniero”.