Roma, 15 giu. (Adnkronos/Ign) – “Pomigliano e’ un banco di prova per tutti. Non puo’ e non deve prevalere la logica dei veti incrociati. Non e’ piu’ il tempo del no o della fuga. Per salvare l’occupazione e la dignita’ del lavoro serve uno sforzo comune ed un sano realismo. Pomigliano non deve chiudere”. Con questo monito il presidente del Senato Renato Schifani interviene sulla trattativa per Pomigliano.
Intanto dopo il no della Fiom, il fronte dei sindacati resta diviso davanti alla proposta del Lingotto. In un’intervista su ‘Repubblica’ oggi il leader della Cgil Guglielmo Epifani chiede a Marchionne un ripensamento: “Non contrapponga lavoro a diritti. Pomigliano non puo’ diventare una fabbrica-caserma. E il ‘piano B’ sarebbe anche una sua sconfitta”. L’azienda dal canto suo ha convocato i sindacati per un incontro oggi alle 14. Cisl e Uil ribadiscono il giudizio favorevole e già oggi potrebbero firmare il piano presentato da Marchionne.
Le tute blu della Cgil continuano a opporsi e il leader Fiom Giorgio Cremaschi dice ‘no’ anche in caso di referendum tra i lavoratori. “Ribadisco il nostro no all’accordo su Pomigliano. La nostra posizione e’ molto chiara, noi non pensiamo che per affrontare la crisi si debba rinunciare a dei diritti. Un no che non verra’ modificato neanche da un eventuale referendum tra i lavoratori”. “Il referendum va adottato sui diritti disponibili”, spiega Cremaschi: “se i lavoratori votano si’ ai 18 turni, pur considerandoli una fatica tremenda sapendo che nessuno stabilimento italiano dell’auto riesce oggi a lavorare 18 turni, neanche Melfi lavora 18 turni perche’ ci sono impossibilita’ psico-fisiche e tecniche a farlo, pero’, siccome il contratto quel limite lo prevede noi lo accettiamo. Ma se il referendum chiede di rinunciare al diritto di sciopero o ad alcune leggi sulla sicurezza (alcune sono indirettamente toccate) ai limiti di orario previsti dal contratto diciamo no, quelle rinunce non sono a disposizione di un referendum di una singola fabbrica“.Per il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina, l’accordo sulla Fiat di Pomigliano, che “oggi e’ previsto venga perfezionato e sottoscritto, non contiene nessuna violazione alle norme di legge e allo Statuto dei lavoratori, che in ogni caso non potrebbero essere modificati dalla trattativa e dall’accordo sindacale”. Farina evidenzia come “se vi fossero infatti materie indisponibili alla contrattazione lo sarebbero per tutti i sindacati e non solo per la Cgil”. Sui temi dell’assenteismo e delle eventuali sanzioni, in particolare, “non c’e’ nulla di deciso e di gia’ codificato. C’e’ l’impegno a ridurre l’area dell’assenteismo abusivo e a prevedere sanzioni nei casi di violazione di accordi e impegni sottoscritti relativamente al sabato straordinario”. “E’ previsto il rinvio alle Commissioni congiunte azienda-sindacato per la definizione di regole e modalita’ di applicazione dell’intesa, che non potranno che essere di natura esclusivamente contrattuale”, ricorda Farina. La Fiom, sottolinea il leader delle tute blu Cisl, “fa solo confusione e propaganda per nascondere una ormai cronica incapacita’ di fare accordi e di fare sindacato, anche di fronte a sfide cosi’ importanti e decisive per l’occupazione e lo sviluppo”.
Intanto il leader della Uilm, Rocco Palombella, in un’intervista a ”La Stampa” ha ribadito l’intenzione di siglare l’accordo con Fiat. ”All’incontro di oggi siamo pronti a firmare -dice Palombella- Penso che la Fiat ci sottoporra’ il testo, come concordato venerdi’, della clausola di garanzia per verificare, prima delle eventuali sanzioni, l’applicazione degli accordi. Credo che si potra’ siglare e andare finalmente dai lavoratori a sentire la loro voce entro la settimana. Dopo aver informato capillarmente i lavoratori in tutti territori faremo il referendum”.