Settecentoquarantadue nuovi ricercatori a settembre, 1.800 entro la fine del 2010, dei quali 540 con nuovi contratti, per un progetto che promuove la tecnologia e l’innovazione. Questi i numeri del programma ‘tecnopoli’ con il quale viene sancito l’impegno di università, enti di ricerca e imprese presenti sul territorio dell’Emilia Romagna, per promuovere l’economia dell’innovazione e della conoscenza e l’evoluzione dei sistemi produttivi verso l’alta tecnologia. Prospettiva strategica alla base degli interventi della Regione, il passaggio ‘dai distretti produttivi ai distretti tecnologici’.
“E’ il segno dell’azione politica di una Regione che non si limita ad affrontare e amministrare l’emergenza”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, che terrà una serie di incontri nelle strutture di ricerca emiliano-romagnole e presenzierà alle sottoscrizioni delle convenzioni locali che regolano l’attuazione dei tecnopoli e della rete dei laboratori associati. “C’è la crisi -ha proseguito l’assessore- e siamo tuttora in mezzo al guado, ma proprio per questo siamo al lavoro per preparare il futuro. La nostra visione è quella di un’Emilia Romagna capace di produrre idee e trasformarle in progetti e in prodotti”.
Con la firma delle convenzioni, entro settembre saranno al lavoro nei laboratori 742 ricercatori che dedicheranno le attività a specifici programmi di studio suddivisi nelle sei piattaforme tematiche (agroalimentare, costruzioni, energia e ambiente, Ict e design, meccanica dei materiali, scienze della vita); ed entro fine anno saranno in tutto 1.800 i ricercatori in attività. Il resto delle risorse umane è rappresentato da ricercatori e professori già presenti nelle università e negli enti di ricerca.
Il programma, con un investimento complessivo di 246 milioni di euro, è sostenuto da un accordo quadro tra Regione, università ed enti di ricerca, che ha definito gli impegni e il nuovo schema di governance, basato sul lavoro in rete, sullo sviluppo di strumenti per la condivisione e la promozione di competenze e attrezzature scientifiche, e sul coinvolgimento delle imprese.
“Questo -ha aggiunto Muzzarelli- conferma che l’obiettivo del progetto è quello di assicurare, anche a medio e lungo termine, un concreto ed efficace beneficio per il sistema produttivo emiliano-romagnolo contribuendo con la ricerca, l’innovazione, il trasferimento tecnologico ad assicurare più competitività e più chance nel mercato globale. Consideriamo fondamentale un’interazione continua e produttiva tra il mondo della ricerca e il sistema delle imprese”.
Sono 10 i tecnopoli previsti sul territorio regionale, nei quali si insedieranno laboratori di ricerca industriale, Centri per l’innovazione, incubatori per le nuove imprese tecnologiche, strutture per il trasferimento tecnologico, sedi di ricerca delle imprese. Importanti le ricadute, ovviamente, per le aziende e le principali filiere produttive della regione, che già in questi anni hanno sviluppato importanti progetti con università ed enti di ricerca, grazie alle attività del ‘Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico’, e che potranno godere, con la nuova programmazione, della messa a disposizione di un significativo bacino di competenze tecnico-scientifiche e di qualificate strutture e strumentazioni.
L’attività dei tecnopoli si inserisce nella più ampia azione promossa dalla Regione Emilia Romagna in attuazione del Por-Feser 2007-2013, che si compone di quattro assi (ricerca, innovazione, energia, beni ambientali e culturali) e che vede già attivi 1100 progetti per le imprese, l’individuazione delle trenta aree ecologicamente attrezzate e 38 progetti in campo ambientale e culturale.