In tempo di crisi economica i vacanzieri non rinunciano ai viaggi ma li scelgono più brevi. E’ quanto emerge dai dati Istat e quelli diffusi nell’’ambito del Bit (Borsa Internazionale del Turismo) che si e’ chiusa alla Fiera di Rho Pero. Bilancio positivo sul turismo in quasi tutte le regioni: si va dal piu’ 7,25% della Puglia al -2% dell’ Emilia Romagna. In Italia la regione Toscana resta la preferita (15,2%). Ciò nonostante le strutture recettive denunciano una perdita, tra il 2008 e il 2007, di quasi un miliardo di euro con la conseguenza di mettere a rischio 40.000 posti di lavoro.
I turisti italiani, ma anche gli stranieri, difatti, scelgono sempre piu’ mete alternative per i loro soggiorni, come i viaggi in camper, gli agriturismi, i bed and breakfast, lo scambio di casa. Dai dati forniti si evidenzia, inoltre, che i soggiorni diventano di anno in anno piu’ brevi. Si viaggia piu’ spesso, ma per periodi più brevi e si predilige la formula pernottamento e prima colazione in case private, il bed and breakfast appunto.
Nella pratica, basta una sola stanza libera per cominciare un’attività di Bed and Breakfast. Per aprire un’attività di bed and breakfast bisogna risiedere nell’abitazione in cui si intende operare. Le leggi variano da regione a regione, ma tutte si rifanno alla legge principale Legge 29 marzo 2001, n. 135 – “Riforma della legislazione nazionale del turismo”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 92 del 20 aprile 2001.
L’alloggio deve avere massimo 3 camere (ma l’Emilia Romagna e l’Abruzzo ne prevedono 4, la Sicilia 5) – debitamente arredate con letto, armadio, comodini, lampade, sedie e cestino – per un massimo di 6 posti letto (a seconda delle regioni, poi, il numero massimo di posti letto totali può variare. Ad esempio nel Lazio sono sei letti, invece nel Veneto il numero massimo di posti non è determinato mentre in Sicilia si possono avere fino a 20 posti letto).
Per rispettare il carattere saltuario dell’attività è prevista un’interruzione di almeno 90 giorni, anche non consecutivi, nel corso dell’anno. In questo caso non serve l’apertura della partita IVA (in alcune regione si può optare per un numero massimo di pernottamenti).
Requisiti minimi richiesti: 14 mq per la doppia, 8 mq per la singola, conformità alle norme di sicurezza degli impianti elettrici, a gas, di riscaldamento, rispetto dellle norme igieniche ed edilizie. Anche questi requisiti possono subire delle variazioni da regione a regione. E’ quindi opportuno accertarsi dei dettagli consultando la legge in materia della propria regione. Il servizio va assicurato avvalendosi della normale organizzazione familiare e fornendo la prima colazione sotto forma di cibi e bevande preconfezionate senza alcun tipo di manipolazione.
L’apertura di un B&B è facile: è sufficiente recarsi presso l’Ufficio Turistico del proprio Comune di residenza (o presso l’APT o IAT locale) e fare denuncia di inizio attività, comunicando i prezzi che si intendono praticare. I prezzi con il timbro del Comune andranno poi affissi dietro alla porta della camera degli ospiti.
Naturalmente in quella regione deve essere in vigore una legge regionale sul B&B.
Se l’attività ha il carattere dell’occasionalità (ovvero si fa un’interruzione di 90 giorni l’anno) non è necessario aprire la partita iva e quindi non si dovrà rilasciare alcun documento fiscale all’atto del pagamento.